Il Cese critica la mancata apertura dei negoziati di accesso con la Macedonia del Nord e l’Albania

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Luca Jahier ha rimarcato che la decisione di non dare avvio ai negoziati di accesso è un errore geostrategico e storico

Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha recentemente espresso la propria contrarietà alla decisione assunta dai capi di Stato e di governo dell’Unione Europea al Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre scorsi di posticipare ulteriormente i negoziati per l’ingresso della Macedonia del Nord e dell’Albania a causa della mancanza di unanimità tra gli Stati membri.

Luca Jahier, presidente del Cese, ha rimarcato che la decisione di non dare avvio ai negoziati di accesso con questi due paesi sia un errore geostrategico e storico, non solo poiché si tratta di venir meno a una promessa, ma anche perché la credibilità dell’Europa è in bilico.

Oltre ad affermare che il Comitato economico e sociale continuerà a lavorare con la società civile nei Balcani all’interno del quadro delle proprie competenze, Jahier ha dichiarato che «l’UE non deve trascurare il fatto che altri attori globali stanno già spiegando le ali e diventando sempre più attivi nella regione – economicamente con gli investimenti, ma anche con un diverso sistema valoriale rispetto a quello dell’UE».

«L’Europa è speranza per le popolazioni dei Balcani Occidentali; in particolare, è speranza per i giovani. Dobbiamo continuare a essere la voce della società civile nei Balcani Occidentali e costruire un ponte per le persone lì», ha affermato Dilyana Slavova, presidente della sezione Relazione esterne del Comitato, che ha poi invitato i membri del Cese a considerare l’allargamento dell’UE ai Balcani non come un allargamento, bensì come una riunificazione.

Il Comitato economico e sociale ritiene che aprire i negoziati avrebbe potuto dare all’Unione Europea una più forte autorità per insistere sulla stretta applicazione dei criteri per diventare Stato membro nel processo di negoziato e ideare strumenti migliori per sorvegliare lo stato di diritto dopo l’ingresso.

Nella dichiarazione finale del VII Western Balkans Civil Society Forum, organizzato dal Cese a Tirana il 16 e 17 aprile 2019, le organizzazioni della società civile avevano altresì ribadito che l’allargamento dell’Unione Europea potrebbe portare alla possibilità di diffondere i valori democratici e gli standard legali nei Balcani Occidentali.

Durante la discussione, i membri hanno insistito sul non sottovalutare il segnale che l’apertura dei negoziati di accesso avrebbe dato alle popolazioni dei Balcani Occidentali. Se da un lato si ritiene che l’Europa debba approfondire i propri legami con l’UE, dall’altro si pensa che questo argomento non debba entrare in contraddizione con l’allargamento nei Balcani. «Dobbiamo attenerci alla nostra promessa e dobbiamo dare speranza alle persone», è stata la linea espressa dal Comitato economico e sociale.

Per approfondire: il comunicato del Comitato economico e sociale europeo

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