(Dis)uguaglianza nei vaccini – nessuna precedenza per le persone con disabilità nell’UE

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Le persone con disabilità sono più esposte al rischio di contrarre la COVID-19 e di sviluppare una forma grave della malattia. Tuttavia, nell’UE non sono state esplicitamente incluse nei gruppi prioritari per la vaccinazione.
Le strategie nazionali di vaccinazione contro la COVID-19 non stabiliscono criteri chiari per dare priorità alle persone con disabilità. L’assenza di classificazioni chiare, unite a una grande scarsità di vaccini in Europa, hanno creato caos. A rimetterci sono le persone con disabilità che finiscono in fondo alle liste di attesa. Fa eccezione chi vive in istituti o è a rischio estremo di infezione a seguito, ad esempio, di trapianti di organi o cellule staminali.
La situazione varia non solo da un paese all’altro, ma anche da una regione all’altra. Questo è quanto emerge dall’audizione a distanza La campagna vaccinale contro la COVID-19 e le persone con disabilità, organizzata dal gruppo di studio tematico del Comitato economico e sociale europeo (CESE) per i diritti delle persone con disabilità.

Paesi Baltici e Scandinavi

In Lituania, a seguito di un’azione incisiva da parte di gruppi per la difesa dei diritti delle persone con disabilità, il governo ha accettato di inserire nei gruppi prioritari i genitori che si occupano di bambini con disabilità e altri prestatori di assistenza.
Mentre, a differenza di altri paesi scandinavi, che classificano la disabilità tra i fattori di rischio per le forme gravi di COVID, la Danimarca ha fissato le priorità per la vaccinazione solo principalmente in base all’età.

Romania e Grecia

Le organizzazioni rumene operanti nel settore della disabilità sono intervenute con successo presso il governo. Così, nella fase II è data priorità alle persone con disabilità non ricoverate in istituti, affinché possano essere vaccinate insieme ai 65enni in su.
In Grecia, tali organizzazioni hanno svolto un ruolo sia strategico che operativo. Adesso stanno cercando di assicurare i vaccini alle persone non vedenti e ipovedenti e ai tetraplegici sotto i 60 anni.

Spagna, Italia e Francia

La strategia di vaccinazione spagnola dà la priorità alle persone con disabilità che si trovano in case di cura o in alloggi protetti. Tuttavia chi ha disabilità fisiche o corporali non conosce la propria posizione nell’ordine di precedenza della vaccinazione. Pertanto, in assenza di criteri standardizzati, le comunità spagnole hanno elaborato regole differenti.
Tali differenze tra regioni sono considerevoli anche in Italia, dove persone con la stessa patologia sono vaccinate in una regione, ma non in un’altra.
E anche in Francia, la priorità per chi non vive in una residenza, ma è vulnerabile, non viene registrata.

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