Consiglio informale: no a distinzioni est-ovest

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«Abbiamo concordato che nessuno lascerà   gli altri nei guai, ma abbiamo rifiutato tutte le divisioni tra vecchi e nuovi, tra ricchi e poveri, tra chi fa parte della zona dell’euro e chi ne è fuori», ha dichiarato il premier ceco e presidente di turno dell’UE, Mirek Topolanek, in merito al Consiglio europeo straordinario svoltosi a Bruxelles.
Il piano proposto dall’Ungheria, che chiedeva di mobilitare 160-190 miliardi di euro a favore dei nuovi Stati membri dell’UE più Ucraina e Croazia, era già   stato bocciato dagli stessi Paesi dell’Europa centro-orientale nel corso di un pre-Vertice convocato con una prassi inusuale dalla Polonia. La proposta è infatti stata scartata perchà© considerata una «eccessiva drammatizzazione» e perchà© avrebbe messo sullo stesso piano situazioni invece molto diversificate, dando «l’immagine di un ovest buono e un est cattivo, mentre la realtà   è molto più diversificata» ha detto il premier slovacco Robert Fico.
Gli aiuti saranno forniti, sulla base perಠdi «accordi bilaterali e non collettivi», hanno concordato i 27 Stati membri dell’UE, perchà© come ha osservato il presidente della Commissione europea, Josà© Manuel Barroso, «non possiamo agire per categorie di Paesi: nella UE ci sono 27 Paesi e situazioni molto diverse». Altri, come il presidente francese Nicolas Sarkozy, hanno insistito sul ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali: d’altro canto la Banca Mondiale, insieme alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), hanno messo a disposizione dei Paesi in difficoltà   economico-finanziarie dell’Europa centro-orientale un piano da 24,5 miliardi di euro, oltre ai 25 miliardi di euro stanziati dalla Commissione europea, 6,5 miliardi proprio a favore dell’Ungheria per evitare la bancarotta del suo sistema bancario.
Le gravi difficoltà   economico-finanziarie riguardano infatti Paesi quali Ungheria e Lettonia nell’est ma anche altri come Austria, Grecia e Irlanda nell’ovest, dunque una divisione tra i due blocchi per interventi di salvataggio non avrebbe rispecchiato la realtà   e soprattutto è stata rifiutata dalla maggior parte dei Paesi orientali perchà©, come ha sottolineato Topolanek, non si vogliono creare «divisioni artificiose tra Paesi poveri e ricchi, tra est e ovest».
Sulla base di due documenti adottati dalla Commissione, riguardanti le linee guida per risolvere il problema degli «asset tossici» detenuti dalle banche (di cui si ignora l’importo ma che stanno bloccando l’attività   creditizia) e la necessità   di creare un quadro comune in cui inserire le varie misure nazionali a sostegno del settore automobilistico, i 27 hanno evitato di cedere a tentazioni nazionaliste e protezioniste affidando alla Commissione il compito di vigilare sul fatto che gli interventi adottati non siano distorsivi della concorrenza nel mercato unico europeo. Gli orientamenti anti-crisi espressi dal Vertice straordinario informale dovranno essere tradotti velocemente in provvedimenti concreti, al fine di essere adottati dal Consiglio europeo «di primavera» che si terrà   nei giorni 19-29 marzo prossimi.

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