Primavera dell’Europa: opportunità   per capire il presente

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Come ogni anno dal 2002 sta per prendere il via l’iniziativa comunitaria denominata «La Primavera dell’Europa», gestita dall’European Schoolnet per conto della Commissione europea con l’obiettivo di portare la dimensione europea nelle scuole, promuovendo una forte interazione tra i livelli locale ed europeo, e rafforzare il concetto di cittadinanza avvicinando l’Europa ai giovani cittadini.
L’edizione 2009, che inizierà   il 25 marzo per concludersi il 9 maggio, è dedicata all’Anno europeo della creatività   e dell’innovazione, con l’intenzione di suscitare interesse e accrescere la consapevolezza sulla creatività   e sull’innovazione nelle scuole in tutti gli Stati membri dell’UE e non solo, a livello locale, regionale e nazionale.
Dal 2002 il numero di scuole che partecipano alla campagna della Primavera dell’Europa è cresciuto oggi anno e per questa settima edizione si è già   superata la quota di 2000 iscrizioni. Iscrivendosi, gli insegnanti e le loro classi possono usufruire di un pacchetto di attività  , concorsi, risorse, strumenti e servizi disponibili sul sito web dell’iniziativa, con la possibilità   di dedicare uno o più giorni del proprio calendario ad attività   che coinvolgano gli studenti in discussioni, riflessioni e interazioni su temi europei.
Nell’edizione di quest’anno, quindi, insegnanti e studenti possono sperimentare gli aspetti pratici e culturali della creatività   e dell’innovazione, tenendo conto dei principali obiettivi della campagna 2009, in quanto parte dell’Anno europeo, che sono: sostenere la creatività   artistica e altre forme di creatività   nella scuola materna, primaria, secondaria e professionale; creare un contesto che permetta ai giovani di acquisire competenze che sono la base dell’espressione personale durante la vita; promuovere la diversità   culturale come fonte di creatività   e innovazione; incoraggiare l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione come mezzi per l’espressione creativa; contribuire a sviluppare un’attitudine più imprenditoriale; accrescere la consapevolezza verso l’innovazione come percorso di uno sviluppo sostenibile; mettere in primo piano le strategie regionali e locali sulla creatività   e l’innovazione.
Come sottolineano i promotori dell’iniziativa, la Primavera dell’Europa offre varie opportunità   educative e sociali sia nel breve sia nel lungo periodo. Ad esempio, nell’immediato la possibilità   di integrare nel curriculum l’insegnamento dell’organizzazione e delle politiche dell’UE, utilizzare le nuove tecnologie per situazioni reali di apprendimento, scambiare informazioni, opinioni e idee a livello europeo sia per i ragazzi sia per gli insegnanti, diventare membri di una rete europea di scuole. In una prospettiva di lungo termine, invece, ampliare l’orizzonte degli studenti da una percezione locale e nazionale a quella europea, favorire l’istruzione permettendo agli studenti di acquisire competenze comunicative e critiche, promuovere tra gli studenti la partecipazione e la cittadinanza attiva, accrescere la consapevolezza della dimensione europea e della multiculturalità  .
Promuovere la creatività   e l’innovazione nelle scuole, infatti, non significa solo suscitare interesse per le materie artistiche, scientifiche o per le nuove tecnologie, ma piuttosto accrescere la consapevolezza delle nuove generazioni sull’importanza di creare e innovare la «comunità  », sia essa europea o locale, e coinvolgerle concretamente in un processo quanto mai importante e necessario. Nell’anno delle elezioni europee e di una crisi globale che non è «solo» economico-finanziaria, ma che coinvolge pienamente le dimensioni sociale e culturale, comprendere l’importanza e discutere il significato della «cittadinanza attiva» assume una rilevanza particolare.
Il rischio maggiore dei momenti di crisi è infatti quello di ricorrere a miopi chiusure difensivistiche e protezionistiche su vari livelli, dal nazionale al locale, anzichà© rilanciare e innovare le regole della comunità   (globale, europea, nazionale, locale) per non ripetere gli errori e garantire i diritti di cittadinanza, soprattutto ai più deboli e vulnerabili. Le chiusure culturali, poi, sono le peggiori e più pericolose (come tristemente si sta constatando in Italia), perchà© nell’identificazione di un «altro», di un «diverso», di un capro espiatorio contro cui sfogare frustrazioni e fallimenti, non fanno che alimentare pregiudizi, discriminazioni e xenofobia che minacciano la necessaria interculturalità   di società   inevitabilmente sempre più multietniche e multiculturali. Comprendere cià², confrontarsi e discutere per contrastare concretamente ogni forma di chiusura mentale, rappresenterebbe un elemento educativo veramente creativo e innovativo in questo difficile 2009.

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