Birmania: interviene anche l’Europarlamento

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Con una risoluzione approvata quasi all’unanimità  , il Parlamento europeo plaude alla coraggiosa azione dei monaci birmani, condanna la repressione delle manifestazioni e chiede il rilascio di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici. Esprimendo orrore per l’uccisione di manifestanti pacifici, auspica la fine del regime repressivo e il ripristino della democrazia sotto l’egida dell’ONU.
L’Europarlamento critica il veto cinese e russo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU su una dichiarazione di condanna dell’uso brutale della forza contro dimostranti pacifici da parte del regime, veto che «impedisce alla comunità   internazionale di agire», e invita il Consiglio di Sicurezza a incaricare il segretario generale dell’ONU di avviare un’azione volta ad agevolare la riconciliazione nazionale e una transizione alla democrazia nel Paese.
Al Consiglio di Sicurezza è inoltre richiesto di garantire che l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari, «possa svolgere al più presto» la sua prevista visita in Birmania (Myanmar) e goda «d’illimitata libertà   di movimento e di accesso».
I deputati europei invitano poi il Consiglio dell’UE a mettersi urgentemente in contatto con gli USA, l’ASEAN e altri membri della comunità   internazionale al fine di preparare una serie coordinata di misure addizionali, «comprese sanzioni economiche mirate», da adottare contro la giunta militare birmana «qualora faccia ricorso alla violenza e non reagisca alla richiesta di ripristinare la democrazia».
Alla Commissione europea è invece chiesto di mettere a disposizione i mezzi opportuni nel quadro dello Strumento per la democrazia e i diritti dell’uomo, al fine di sostenere attivamente il movimento birmano a favore della democrazia e le ONG che si adoperano per il ripristino del buon governo nel Paese.

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