Nell’Unione Europea permangono grosse disparità economiche a livello regionale: una regione su quattro, infatti, ha un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE. Ridurre queste differenze, sottolinea l’UE, è fondamentale per salvaguardare la prosperità , specie nell’attuale difficile congiuntura economica.
Di questo si è discusso nel corso del Il Forum Europeo sulla Coesione, svoltosi a Bruxelles dal 31 gennaio al 1° febbraio, un evento politico con oltre 800 partecipanti, tra cui rappresentanti delle istituzioni europee, primi ministri e ministri, rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali, attori economici e sociali, ONG e ricercatori.
I fondi regionali dell’UE aiutano le regioni meno sviluppate a modernizzarsi per poter rispondere alle sfide della globalizzazione economica. Per un periodo di sette anni, fino al 2013, sono stati messi a disposizione circa 350 miliardi di euro per cofinanziare progetti con le amministrazioni nazionali, regionali e locali. Ad oggi, secondo una Relazione presentata lo scorso novembre dalla Commissione Europea, i fondi sono serviti a creare 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro, aiutare 34 milioni di persone a trovare lavoro e migliorare le competenze di altri 36 milioni di persone. Tra i settori prioritari figurano la formazione professionale, specie per le categorie a rischio, e le infrastrutture, come strade, ferrovie e progetti di trattamento delle acque reflue.
Per quanto riguarda il prossimo periodo, l’UE auspica che i futuri fondi vengano orientati alla creazione di posti di lavoro e alla crescita, in linea con la strategia Europa 2020.
Il Forum ha discusso soprattutto della strategia e della capacità europea di promuovere una crescita economica sostenibile, che sia più intelligente, verde e solidale. Si è trattato di un’occasione importante per gli Stati membri e le regioni di far sentire la loro voce prima che la Commissione presenti, nell’estate prossima, le sue proposte legislative sulla futura politica di coesione dell’UE.