Uno degli obiettivi della strategia Europa 2020 è ridurre di 20 milioni il numero di poveri nell’UE entro il prossimo decennio, ma per misurare i progressi verso questo obiettivo devono essere concordati indicatori comuni.
Attualmente, l’indicatore più frequentemente utilizzato è la misura relativa alla povertà di reddito. Si tratta perಠdi un indicatore che presenta alcuni punti deboli e soprattutto che non rispecchia adeguatamente le condizioni di vita reali dei cittadini nell’UE, osserva uno studio promosso dalla Commissione Europea per analizzare la fattibilità di misurare la povertà estrema a livello di UE.
Vivere sotto la soglia di povertà nei Paesi più ricchi, sottolineano infatti gli autori dello studio, non comporta le stesse difficoltà che vivono coloro che si trovano sotto la soglia di povertà in quelli più poveri. La soglia del rischio di povertà è molto bassa in alcuni dei Paesi più poveri, ad esempio in Romania è di 1,71 euro al giorno per persona. Un certo livello di povertà estrema è rilevato in tutti i Paesi dell’UE, ma il tasso si alza soprattutto in alcuni dei nuovi Stati membri e dei Paesi candidati, nota lo studio.
In seguito ad un’attenta analisi degli approcci esistenti negli Stati membri dell’UE per la misurazione della povertà estrema, gli autori dello studio raccomandano così di combinare misure di reddito e di privazioni. La proposta è cioè di sviluppare un nuovo indicatore consensuale per l’intera UE che unisca la misura della privazione con quella della soglia di basso reddito. Questo permetterebbe di considerare una soglia di povertà basata sulle sovrapposizioni di privazione e basso reddito, così da considerare l’aggiunta di questi due indicatori di povertà estrema per l’elaborazione delle politiche di inclusione sociale. Un indicatore di povertà di questo tipo, inoltre, sarebbe più facilmente comprensibile dal grande pubblico e non solo dagli specialisti, come dimostra la tecnica di combinare misure di reddito e di privazione già adottata in alcuni Paesi dell’UE. L’indicatore permetterà quindi una maggiore attenzione alle disuguaglianze tra i Paesi più ricchi e più poveri dell’UE nella rilevazione del rischio di povertà o dei risultati rispetto agli obiettivi del 2020, favorendo l’impegno dell’Unione Europea come vera comunità di nazioni nella lotta contro l’esclusione sociale.