WikiLeaks, la Russia e l’Italia

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Le recenti “rivelazioni” di WikiLeaks hanno avuto il merito di ricordare quanto opaca sia la diplomazia e, a noi italiani in particolare, quanto poco ci dica il nostro governo, a dispetto di ogni regola di democrazia, sui rapporti fra Italia e Russia o, più correttamente, fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.
Al di là   delle dichiarazioni fatte per rassicurare che tali rapporti hanno come solo obiettivo gli interessi del nostro Paese, non ci sfugge il contesto strategico e geopolitico in cui la Russia si sta muovendo alla ricerca di una posizione egemone sullo scacchiere internazionale. E su questo, WikiLeaks non ha svelato nulla di nuovo.
Cominciamo con la politica energetica e la costruzione di gasdotti che dovrebbero fornire gas all’Europa. Abbiamo ancora nella memoria le sospensioni di forniture di gas da parte della Russia, a causa di un contenzioso con l’Ucraina. Alcuni Paesi europei erano rimasti al freddo per un periodo di tempo, disagio che aveva fatto crescere la coscienza di quanto importante fosse ridurre la dipendenza dalla Russia e diversificare le vie di trasporto. Il progetto di costruzione del gasdotto Nabucco, sostenuto dall’Europa e dagli Stati Uniti, voleva essere una risposta a questa esigenza. Concepito per collegare il Mar Caspio e l’Asia Centrale, il Medio Oriente e l’Egitto ai mercati europei, sarebbe partito da Baku (Azerbaijan) per raggiungere l’Austria, attraverso la Turchia, la Bulgaria, la Romania e l’Ungheria con una traiettoria disegnata appunto per evitare il territorio russo. Nabucco ha, perà², un grande rivale, il South Stream, un progetto italo-russo, in rapida via di realizzazione al quale partecipano pariteticamente Eni e Gazprom. Un progetto enorme che passerà   sul fondo del Mar Nero e in Turchia, con l’obiettivo di trasportare le grandi quantità   di metano russo direttamente in Italia e in Austria. Ma il lavoro costante della diplomazia energetica russa nei confronti di alcuni Paesi dell’ Asia centrale, i recenti accordi fra Russia e Bulgaria per il passaggio del South Stream, le evidenti difficoltà   di finanziamento di Nabucco, il recente secco «no» di Gazprom alla proposta di unire per un tratto i due gasdotti, il progredire del progetto North Stream, il gasdotto che deve portare il gas dalla Russia all’Europa attraverso il Mar Baltico, alimentano l’inquietante prospettiva di un controllo sempre maggiore della Russia sull’Europa in materia energetica.
In gioco non c’è solo l’energia. E qui non è WikiLeaks a svelare segreti. Durante il vertice NATO di Lisbona, che si è tenuto alla fine di novembre, il presidente russo Dimitri Medvedev ha avanzato la ferma proposta di una stretta collaborazione fra la NATO e la Russia per quanto riguarda lo scudo antimissili. In altri termini, l’”apprendista” Medvedev ha fatto capire che se il suo Paese non sarà   pienamente associato alla decisione di uno scudo in Europa e se non ci sarà   piena collaborazione, allora la Russia sarà   costretta a immaginare nuovi sistemi di protezione alle sue frontiere e potrebbe dare il via ad una nuova corsa agli armamenti. Un tentativo di ricatto per forzare l’accordo o un modo nuovo di dialogare?
Questi sono alcuni degli interrogativi che i cittadini si pongono di fronte all’evolvere dei rapporti internazionali, all’interno dei quali c’è l’Europa e c’è anche l’Italia. Interrogativi che non trovano certo una risposta nell’amicizia tra Putin e Berlusconi e tanto meno nel ruolo dell’Italia sulla scena internazionale. E sta forse qui l’interesse maggiore delle rivelazioni di WikiLeaks.

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