Una mappa della discriminazione in Europa

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L’Agenzia dell’UE per i Diritti Fondamentali (FRA) ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta su oltre 23.000 persone appartenenti a minoranze etniche e a gruppi di immigrati: emerge un preoccupante quadro di discriminazioni diffuse.
L’indagine è stata svolta intervistando determinati gruppi di minoranze etniche e di immigrati in tutti i 27 Stati membri dell’UE, esaminando le esperienze di discriminazione a causa dell’origine etnica o della condizione di immigrati in nove settori della vita quotidiana: discriminazione subita nella ricerca di un’occupazione o sul lavoro, discriminazione di persone che lavorano in agenzie immobiliari, nei servizi sanitari e sociali, nelle scuole e in altri istituti di formazione, in bar, ristoranti o locali notturni, nei negozi, oppure nelle procedure di apertura di un conto in banca o di ottenimento di un prestito. Sono inoltre state esaminate le esperienze generali di vittimizzazione criminale in relazione a cinque tipi di reati, in particolare contro la proprietà   e contro la persona, accertando se l’atto criminoso fosse di matrice razzista.
L’11% degli intervistati nordafricani ha avuto esperienze di discriminazione sulla base dell’origine etnica in un negozio o mentre cercava di entrarvi. Il 17% dei rom ha segnalato di aver subito discriminazioni da parte di personale sanitario. Quasi un quarto (22%) degli africani sub-sahariani è stato discriminato a causa dell’origine etnica almeno una volta durante la ricerca di un’occupazione. Inoltre, una su quattro (24%) delle persone intervistate è stata vittima di atti criminosi almeno una volta negli ultimi 12 mesi, mentre tra tutti i nordafricani intervistati uno su cinque (19%) riteneva di essere stato fermato dalle forze dell’ordine specificamente a causa dell’appartenenza a una minoranza etnica.
Per quanto concerne la ripartizione dei risultati secondo gruppi specifici negli Stati membri, i primi dieci gruppi oggetto dei più elevati livelli di discriminazione su un arco temporale di 12 mesi sono risultati essere: i rom nella Repubblica Ceca (64%), gli africani a Malta (63%), i rom in Ungheria (62%), i rom in Polonia (59%), i rom in Grecia (55%), gli africani sub-sahariani in Irlanda (54%), i nordafricani in Italia (52%), i somali in Finlandia (47%), i somali in Danimarca (46%) e i brasiliani in Portogallo (44%).
L’indagine rivela poi lacune nella consapevolezza della legislazione antidiscriminatoria tra le minoranze etniche e i gruppi di immigranti: circa la metà   (46%) delle persone intervistate non sapeva dell’esistenza di una legislazione che proibisce la discriminazione, mentre addirittura l’82% delle persone discriminate nell’ultimo anno non ha denunciato di essere stato vittima di discriminazione alle autorità   competenti perchà©, ha dichiarato, «non servirebbe a niente». Tale mancanza di segnalazioni, osserva la FRA, «indica che le cifre ufficiali sulla discriminazione a sfondo razzista rappresentano solo «la punta dell’iceberg» rispetto alla reale portata del problema, oltre al fatto che gli autori delle discriminazioni possono agire impunemente, dato che i loro atti non vengono denunciati».

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