Un’Europa dai capelli grigi

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Secondo l’ultimo rapporto di Eurostat, aggiornato alla fine del 2023, la popolazione dell’Unione Europea continua a crescere, ma si tratta di una crescita fragile, trainata più dai flussi migratori che dalle nascite. Dopo la stagnazione legata alla pandemia, nel 2023 si è registrato un lieve aumento degli abitanti: il segno più torna sulla bilancia demografica, grazie soprattutto all’arrivo di migranti e rifugiati, in particolare ucraini in fuga dalla guerra.

Dietro questo dato apparentemente positivo si nasconde una realtà più complessa: l’Europa è sempre più vecchia. Cresce in modo costante la fascia degli over 80, mentre si registra un calo di giovani e nuove nascite. Si vive più a lungo, ma si nasce di meno. Un equilibrio delicato che mette sotto pressione i sistemi pensionistici, sanitari e assistenziali dei vari Paesi membri.

Inoltre, per la prima volta si conferma con più nettezza un altro dato demografico rilevante: nell’Unione vivono più donne che uomini, un divario che si accentua nelle fasce d’età più anziane.

La crescita della popolazione è anche molto disomogenea. Alcuni Paesi, come Lussemburgo e Irlanda, vivono un vero e proprio boom, spinti da un’economia dinamica e da un’immigrazione attiva. Altri, come Bulgaria e Lettonia, si svuotano lentamente, tra emigrazione e bassa natalità.

Anche la distribuzione territoriale è irregolare: mentre in alcune aree l’alta densità sfida la qualità della vita e i servizi, in altre si rischia lo spopolamento e l’abbandono.

Insomma, l’Europa cresce, ma lo fa in modo sbilanciato e invecchiando. Una sfida cruciale per il futuro dell’Unione, che dovrà saper coniugare inclusione, sostenibilità e innovazione per restare viva e competitiva

Per saperne di più: Demografia dell’Europa

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