Turchia a rischio di crisi istituzionale

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Con la decisione della Corte costituzionale turca di dichiarare «tecnicamente ricevibile» la richiesta di processare per «attività   anti-laiche» il Partito islamico giustizia e sviluppo (Akp), si potrebbe aprire una grave crisi istituzionale per la Turchia, con ripercussioni a livello internazionale.
Si tratta infatti del partito che governa il Paese e a cui appartengono sia il premier Tayyip Erdogan sia il presidente Abdullah Gà ¼l. La Corte costituzionale ha accolto le accuse avanzate due settimane prima da un procuratore della Repubblica, secondo cui il partito governativo avrebbe avviato una riforma costituzionale che andrebbe a intaccare in senso islamico la natura laica della Costituzione. Tra le varie misure anti-laiche imputate all’Akp, il divieto di vendere alcolici, la creazione di spazi per sole donne e la diffusione del Corano con il logo del partito islamico.
Si apre quindi un periodo di incertezza politica e istituzionale per la Turchia, che potrebbe portare all’autoscioglimento del Parlamento e alle dimissioni del governo e del presidente della Repubblica, eletto tra le critiche dei difensori della laicità   dello Stato. I problemi interni potrebbero anche avere ripercussioni sul processo negoziale di adesione all’UE.

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