Squilibri economici tra le regioni dell’UE

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àˆ ancora lontana da raggiungere la coesione economico-sociale all’interno dell’UE, se si pensa che il PIL pro capite espresso in termini di standard di potere d’acquisto variava nel 2007 dal 26% della media UE nella regione bulgara di Severozapaden al 334% della regione britannica dell’Inner Londra.
àˆ quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat, che ha svolto una comparazione tra le 271 regioni dei 27 Stati membri dell’UE.
Le regioni più ricche sulla base del parametro PIL pro capite sono risultate essere quelle di Inner London nel Regno Unito (334% della media UE), il Granducato del Lussemburgo (275%), Bruxelles/Bruxelles in Belgio (221%), Amburgo in Germania (192%), Praga nella Repubblica Ceca (172%) e àƒÆ’à…½le de France in Francia (169%).
Circa una regione europea su sette si situa al di sopra del 125% della media UE: tra le 41 regioni che superano questo livello, nove sono in Germania, cinque nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, quattro in Austria, tre in Spagna e in Italia, due in Belgio e in Finlandia, una in Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Grecia, Francia, Slovacchia e Svezia, oltre al Granducato di Lussemburgo.
Viceversa, una regione su quattro si trova al di sotto del 75% della media UE: tra le 66 regioni che si trovano in questa condizione, quindici sono in Polonia, sette in Grecia e in Romania, sei in Bulgaria, Repubblica Ceca e Ungheria, quattro in Italia e Portogallo, tre in Slovacchia, due in Francia (entrambe nei dipartimenti oltremare), una in Spagna, Slovenia e Regno Unito, così come gli interi Paesi di Estonia, Lettonia e Lituania. Le regioni più povere dell’UE si trovano tutte in Bulgaria e Romania, con le percentuali di PIL pro capite più basse registrate in Severozapaden in Bulgaria (26% della media UE), nelle regioni Nord-Est in Romania, Severen tsentralen e Yuzhen tsentralen in Bulgaria (tutte intorno al 27% della media UE).
Eurostat osserva perಠche in alcune regioni europee le quote di PIL pro capite possono essere significativamente influenzate dai flussi di pendolari: afflussi netti rilevanti di pendolari possono infatti spingere la produzione a un livello che non potrebbe essere raggiunto dalla popolazione attiva residente, così il PIL pro capite risulta essere sovrastimato in queste regioni e sottostimato nelle regioni con deflussi di pendolari.

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