Sanzioni e incentivi per attuare la strategia UE 2020

1015

La caduta del PIL europeo del 4%, il crollo della produzione industriale e oltre 23 milioni di disoccupati «rappresentano un disastro sotto il profilo umano ed economico», osserva il Parlamento Europeo che sollecita sanzioni e incentivi per garantire l’attuazione della strategia UE 2020.
La strategia di Lisbona «non ha dato i risultati auspicati» anche per l’assenza di incentivi efficaci e di strumenti vincolanti a livello comunitario, sostiene l’Europarlamento, secondo cui la nuova strategia UE 2020 dovrebbe quindi fornire un approccio alla crisi economica «ambizioso, più coerente e mirato», abbandonando il “metodo aperto di coordinamento” e ricorrendo a tutte le disposizioni del Trattato di Lisbona «per coordinare le riforme economiche e i piani d’azione degli Stati membri». La Commissione Europea è così invitata a proporre nuove misure e «possibili sanzioni» per gli Stati membri che non attuano la strategia UE 2020 e incentivi per quanti invece lo fanno correttamente. I finanziamenti dell’UE dovrebbero essere «subordinati ai risultati e alla compatibilità   con gli obiettivi della strategia» aggiunge il Parlamento, mentre i governi dovrebbero indicare come utilizzano i fondi europei per conseguire gli obiettivi stabiliti.
Devono essere attuate le riforme necessarie per perseguire l’obiettivo della «piena occupazione sostenibile e di elevata qualità  », per questo l’Europarlamento ritiene che l’UE debba mettere in atto un programma sociale ambizioso volto, tra la l’altro, a conciliare l’occupazione con le responsabilità   di assistenza, ridurre l’abbandono scolastico precoce, favorire l’apprendimento permanente, prevenire la “fuga di cervelli”, promuovere l’eccellenza e sviluppare una rete di università   di primo piano, mentre alla Commissione è chiesto di presentare una strategia per combattere la disoccupazione giovanile.
Il Parlamento Europeo insiste poi sul concetto di flessicurezza, auspicando che l’UE crei «mercati del lavoro inclusivi e competitivi mediante la ristrutturazione dei sistemi di sicurezza sociale e una maggiore flessibilità   per i lavoratori, in combinazione con adeguate indennità   di disoccupazione a breve termine e un appropriato sostegno al reinserimento professionale». Contemporaneamente, sostengono gli eurodeputati, occorrono politiche in materia di apprendimento permanente e un’età   pensionabile più flessibile (con l’accordo dei lavoratori) per far fronte all’invecchiamento della popolazione.

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here