Revisione della Direttiva anti-tratta: la proposta della Commissione trova l’accordo di Parlamento europeo e Consiglio

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Ogni anno nell’UE oltre 7.000 persone sono vittime della tratta di esseri umani, un crimine odioso contro le componenti più vulnerabili della società con l’obiettivo di trarne profitto. Il traffico di essere umani, infatti, è una pratica crudele che interessa particolarmente donne e ragazze, ma negli ultimi anni è aumentata notevolmente anche la quota di vittime maschili, soprattutto per lo sfruttamento lavorativo.

Dal 2011, la direttiva anti-tratta ha rappresentato il cuore degli sforzi dell’UE per prevenire e combattere la tratta di esseri umani. Tuttavia nel tempo le forme e i mezzi del traffico di esseri umani sono evolute, rendendo necessario un aggiornamento delle norme.  

Nell’aprile del 2021, la Commissione ha presentato la Strategia dell’UE per la lotta alla tratta di esseri umani (2021-2025), nella quale la revisione e l’adeguamento della Direttiva anti-tratta rappresenta un’azione di fondamentale importanza, e poiché le conseguenze economiche della pandemia e dell’aggressione della Russia all’Ucraina hanno aumentato la vulnerabilità di un segmento significativo della popolazione dell’UE, alla fine del 2022 la Commissione ha presentato una proposta di revisione della direttiva che la rendesse più efficiente nell’Europa di oggi. 

A tal proposito, il 23 gennaio Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo che amplierà il campo di applicazione dell’attuale direttiva in materia di lotta alla tratta degli esseri umani per includere al suo interno il matrimonio forzato, l’adozione illegale, lo sfruttamento della maternità surrogata e un migliore sostegno alle vittime. Le norme concordate forniranno alle forze dell’ordine e alle autorità giudiziarie strumenti più efficaci per indagare e perseguire le nuove forme di sfruttamento, comprese quelle che si sviluppano online.

Questo adeguamento assicurerà un migliore coordinamento delle attività delle autorità anti-tratta e di quelle preposte all’asilo, oltre a prevedere sanzioni per le aziende condannate per traffico di esseri umani e la loro esclusione dalle gare d’appalto e da aiuti e sovvenzioni pubbliche. Esso garantirà che i pubblici ministeri possano scegliere di non perseguire le vittime per atti criminali che sono state costrette a commettere,  permettendogli di ricevere un sostegno indipendentemente dal fatto che collaborino o meno alle indagini e utilizzando un approccio intersezionale e sensibile alle differenze di genere, alla disabilità e all’infanzia. 

Per approfondire: accordo tra Parlamento europeo e Consiglio, Comunicato della Commissione europea

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