Reati ambientali: l’Italia recepisce la direttiva, critiche ambientaliste

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Dopo i richiami della Commissione sul mancato recepimento da parte italiana delle norme UE in materia ambientale il Consiglio dei ministri italiano ha approvato due decreti di recepimento che prevedono sanzioni penali per condotte illecite e che introducono la responsabilità   delle persone giuridiche.
Secondo Legambiente si tratta, perಠdi «un’operazione di facciata» e di «un’occasione persa a tutto vantaggio delle ecomafie».
Secondo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza le sanzioni avrebbero effetti scarsamente deterrenti: i tempi di prescrizione sarebbero troppo bassi e la norma non prevede articoli a tutela del paesaggio e della fragilità   geomorfologia e urbanistica dei territori.
Le norme introdotte, che puniscono solo il possesso e il commercio di specie protette al di fuori dei criteri consentiti e la distruzione o il deterioramento di un habitat all’interno di un sito protetto, rappresentano solo un «piccolo passo avanti» in una materia nella quale sarebbe stato necessario «un provvedimento coraggioso, basato su pene detentive crescenti in base alla gravità   degli illeciti: dal danno ambientale al delitto di ecomafia o di frode ambientale».

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