Previsioni intermedie d’autunno: rallentamento e incertezza

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In un Rapporto contenente i dati rilevati in sette Stati membri: (Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Polonia e Regno Unito) la Commissione Europea prevede stagnazione per la seconda metà   del 2011 e stabilizzazione dei livelli di crescita per la fine dell’anno.
I risultati del primo trimestre 2011 sono stati migliori del previsto e questo dovrebbe limitare i danni causati dal rallentamento registrato nella seconda metà   dell’anno, facendo attestare la crescita annua all’1,6% nella zona euro e all’1,7 nell’UE-27, dati analoghi a quelli dello scorso anno.
Le previsioni di crescita per la seconda metà   del 2011 sono comunque state riviste al ribasso (mezzo punto percentuale in meno sia per la zona euro sia per l’UE-27) in una situazione di elevato rischio e di totale incertezza.
«Per rilanciare la ripresa è essenziale garantire la stabilità   finanziaria ed elaborare bilanci del tutto sostenibili» ha dichiarato il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn secondo il quale «è bene proseguire nel risanamento in maniera differenziata e favorevole alla crescita mettendo in campo decisioni che sostengano la stabilità   finanziaria e le riforme strutturali oggi più importanti che mai per sfruttare il potenziale di crescita».
Le previsioni elaborate sulla base di dati rilevati in tutti gli Stati UE saranno pubblicate nel prossimo mese di novembre ma queste prime proiezioni disegnano un quadro di crescita che su base annua resterebbe ferma ai livelli 2010 e su base trimestrale sarebbe di poco superiore allo zero sia nell’UE sia nella zona euro, con conseguente revisione al ribasso del tasso di crescita trimestrale a livello UE (un quarto di punto percentuale in meno).
Il Rapporto rileva inoltre la riduzione della domanda e dei volumi del commercio mondiale, il deterioramento della situazione dei mercati finanziari, un probabile futuro rallentamento delle esportazioni nette, un indebolimento della domanda interna e un rallentamento dell’inflazione più rapido del previsto.
Molto alto resta infine il livello di percezione del rischio: le speranze di soluzione della crisi dei debiti sovrani avanzate nelle previsioni di primavera sono andate deluse e i rischi per la crescita sono ancora molto alti mentre si sono ridotti quelli legati all’inflazione.

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