La riforma della politica di coesione riveste un ruolo fondamentale per la realizzazione negli Stati membri e nelle regioni europee della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, sostiene la Commissione europea in una comunicazione.
La maggior parte del bilancio per la politica di coesione, per un totale di 347 miliardi di euro, sarà investita nelle priorità definite dalla strategia di Lisbona per i prossimi anni, sostiene la Commissione, come ad esempio l’economia delle conoscenze, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, il capitale umano e il business development. «La nuova generazione di programmi promuoverà gli investimenti nelle tecnologie moderne, migliorerà le qualifiche e aiuterà le regioni a produrre beni e servizi di valore e qualità elevati in grado di competere sul mercato globale. Il nuovo investimento sostenuto dalla politica di coesione servirà a trasformarlo in realtà » ha dichiarato la commissaria europea per la Politica regionale, Danuta Hà ¼bner.
Negli Stati membri e nelle regioni dell’UE in maggior ritardo di sviluppo, cui è applicato l’obiettivo «convergenza», il 65% delle risorse sarà impiegato in azioni prioritarie per l’agenda di Lisbona ma saranno effettuati anche importanti investimenti nelle infrastrutture di base. Negli altri Stati e regioni invece, nell’ambito dell’obiettivo «competitività e occupazione», alle priorità della strategia di Lisbona sarà dedicato l’82% dei finanziamenti disponibili.
Il riorientamento proposto dalla Commissione riguarda soprattutto il settore dell’innovazione, della ricerca e sviluppo (R&S), in cui gli investimenti triplicheranno nel periodo 2007-2013 per un totale di 85 miliardi di euro; nei nuovi Stati membri la quota per innovazione e R&S sarà quattro volte superiore a quella del periodo precedente. La riforma della politica di coesione introduce anche nuovi elementi quali: meccanismi di rendicontazione per assicurare la coerenza tra i programmi della politica comunitaria e i programmi nazionali; una maggiore decentralizzazione delle responsabilità per assicurare la realizzazione del processo sul territorio; un approccio integrato allo sviluppo in modo da assicurare una strategia intersettoriale e una focalizzazione su crescita e occupazione.
L’obiettivo della Strategia di Lisbona, difficilmente raggiungibile, è di dedicare alla R&S entro il 2010 il 3% del PIL europeo, di cui il 2% a carico del settore privato. Ed è proprio questo il maggior ostacolo riscontrato dalla Commissione, che osserva come la spesa pubblica europea in R&S sia pari a quella statunitense mentre gli investimenti delle imprese privati sono nettamente inferiori.