Pubblicata la Relazione sull’attuazione della strategia di Lisbona

942

Un bilancio sostanzialmente positivo quello stilato dalla Relazione strategica sulle riforme economiche nell’UE, pubblicata dalla Commissione europea. La strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l’occupazione funziona, anche se l’UE ha bisogno di ulteriori riforme per ottenere nuovi risultati.
Secondo la Relazione, le riforme strutturali richieste dalla strategia di Lisbona stanno contribuendo ad aumentare il potenziale di crescita, migliorando le prospettive di prosperità   a lungo termine. Tuttavia, la risposta di alcuni Stati membri è stata più energica di altri e nell’ultimo anno si sono osservati alcuni «segni di stanchezza da riforme». Per limitare l’impatto delle perturbazioni economiche globali e del rincaro dei prodotti di base, sostiene la Relazione, l’UE dovrà   quindi accelerare e approfondire le riforme economiche a livello comunitario e nazionale.
Buoni i risultati ottenuti finora, sottolinea la Relazione. La crescita economica nell’UE-27 è rimasta abbastanza stabile nel 2007 (2,9% rispetto al 3% del 2006), mentre nella zona euro il tasso di crescita potenziale stimato del PIL è aumentato dello 0,2% dal 2005 raggiungendo il 2,25% nel 2007. Negli ultimi due anni sono stati creati quasi 6,5 milioni di posti di lavoro ed entro il 2009 dovrebbero aggiungersene altri 5 milioni. La disoccupazione dovrebbe scendere al di sotto del 7%, raggiungendo il livello più basso dalla metà   degli anni Ottanta. Per la prima volta in dieci anni, alla forte crescita dell’occupazione ha fatto riscontro un deciso aumento della produttività  . I disavanzi di bilancio dell’UE-27 sono passati dal 2,5% del PIL nel 2005 all’1,1% previsto per il 2007, mentre il debito pubblico è sceso dal 62,7% del 2005 a poco meno del 60% nel 2007.
Inoltre, sottolinea la Commissione, in quasi tutti gli Stati membri si puಠavviare un’attività   commerciale nel giro di una settimana mediante uno “sportello unico” e sono state prese misure importanti per attuare il programma dell’UE per una migliore regolamentazione. Circa metà   degli Stati membri ha elaborato, o sta elaborando, politiche di flessicurezza e si sono concordati alcuni principi comuni di flessicurezza che gli Stati membri devono applicare adattandoli alle rispettive situazioni.
Tutti gli Stati membri si sono posti l’obiettivo nazionale di investire in ricerca e sviluppo (R&S) e, nota la Relazione, «se tutti questi obiettivi vengono raggiunti, nel 2010 la spesa per la R&S nell’UE si attesterà   al 2,6% del PIL (contro l’1,9% nel 2005). Il miglioramento sarebbe considerevole anche qualora l’obiettivo chiave dell’UE del 3% (con un contributo del 2% da parte del settore privato) fosse raggiunto più tardi».
Nonostante i buoni risultati resta tuttavia molto da fare, osserva la Commissione. Ad esempio, molti Stati membri non si sono avvalsi della crescita relativamente forte per ridurre i disavanzi strutturali, soprattutto nella zona euro. Molto puಠancora essere fatto per ridurre l’onere amministrativo e migliorare il contesto in cui operano le imprese, specialmente le piccole e medie (PMI). L’apertura delle industrie e dei servizi di rete alla concorrenza è stata lenta e «molti mercati del lavoro rimangono segmentati, con insider molto protetti e outsider a contratto più precari con prospettive incerte». I sistemi didattici non permettono ai giovani di acquisire le competenze necessarie e richieste dai datori di lavoro, mentre la mobilità   dei lavoratori rimane relativamente limitata: solo il 2% dei cittadini in età   lavorativa vive e lavora in un altro Stato membro.
Per tutte queste ragioni la Relazione definisce una serie di nuove azioni in ciascuno dei quattro settori prioritari individuati dal Consiglio europeo di primavera del 2006 come i pilastri della strategia rinnovata: investimenti nelle persone e modernizzazione dei mercati del lavoro, il contesto imprenditoriale, l’istruzione e formazione, l’energia e i cambiamenti climatici. Il pacchetto per la crescita e l’occupazione contenuto nella Relazione comprende un nuovo programma per l’azione comunitaria nel prossimo triennio, che stabilisce le dieci priorità   di riforme per rilanciare l’economia europea. Tra questi obiettivi prioritari vanno citati la legge sulle piccole imprese, il programma per una migliore regolamentazione, il settore della ricerca e dell’istruzione superiore e le iniziative in materia di brevetti, a cui si aggiungono l’aumento degli investimenti nelle persone, il miglioramento dell’occupabilità  , altre misure per integrare i mercati europei dei servizi finanziari e rafforzarne la stabilità   a fronte delle perturbazioni attuali e la promozione di una nuova politica industriale sostenibile.

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here