Oltre 500 sindaci europei si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il 2020 firmando a Bruxelles il 4 maggio il cosiddetto «Patto dei sindaci», un’iniziativa della Commissione Europea sostenuta dal Parlamento Europeo e dal Comitato delle regioni.
Con la sottoscrizione del Patto, i sindaci si impegnano a determinare la quantità di CO2 emessa attualmente, a definire in che modo intendono raggiungere l’obiettivo e a valutare le proprie azioni. Si impegnano inoltre a sensibilizzare i loro cittadini e a condividere le buone pratiche. Alcune di queste sono particolarmente significative e dimostrano come l’impegno effettivo delle amministrazioni locali possa portare un contributo importante. A Heidelberg (Germania), ad esempio, le emissioni di CO2 degli edifici pubblici sono scese quasi del 40% grazie a stazioni di monitoraggio energetico e all’introduzione delle «squadre dell’energia» nelle scuole; a Riga (Lettonia) il gas metano prodotto dalla discarica municipale è impiegato per produrre elettricità , mentre ad Anversa (Belgio) un magazzino industriale è stato convertito in modello di edificio sostenibile e centro esposizioni per i cittadini.
Le autorità locali svolgono infatti un ruolo determinante nella lotta contro i cambiamenti climatici: oltre metà dei gas a effetto serra è prodotta nelle città e dalle città , dove vive e lavora l’80% della popolazione e si consuma fino all’80% dell’energia.
Il Patto dei sindaci è una Conferenza annuale lanciata dalla Commissione Europea nel 2009. Con le oltre 500 città firmatarie nell’edizione 2010 il numero complessivo dei Comuni partecipanti è salito a 1600, suddivisi in 36 Paesi e in rappresentanza di circa 120 milioni di cittadini. Dal canto suo la Commissione Europea sostiene l’iniziativa organizzando la Conferenza, incoraggiando lo scambio di buone pratiche sul sito web dedicato e aiutando le autorità locali a finanziare le azioni in ambito energetico tramite programmi come ELENA, che nel 2010 concederà finanziamenti per 15 milioni di euro.