OXFAM a Davos : le sconvolgenti disuguaglianze nel mondo

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Da 49 anni a questa parte, Capi di Stato e di Governo e altri rappresentanti della grande finanza si ritrovano a Davos, un piccolo centro nelle Alpi svizzere, per discutere dello stato di salute dell’economia mondiale. Quest’anno il Forum si apre in un clima di pessimismo, dovuto in particolare alle stime al ribasso della crescita mondiale annunciate dal FMI (Fondo Monetario Internazionale).

Un clima di pessimismo dovuto anche a tre significative assenze al Forum:  il Presidente degli Stati Uniti, che rappresenta la prima potenza economica mondiale, alle prese con lo “shutdown” e con il   rischio di una guerra commerciale con la Cina ; il Presidente Emmanuel Macron, con la Francia attraversata dallo scontento popolare dei “gilets gialli” che lo accusano di favorire i più ricchi ; Theresa May, in piena incertezza sul futuro del suo Paese e a due mesi dalla data fissata per il Brexit. Tre assenze che la dicono lunga sulle incertezze e sui rischi che pesano sull’economia del Pianeta.

D’altra parte,  il Forum di Davos è diventato, da un po’ di anni a questa parte, occasione per l’ONG OXFAM, di presentare il suo rapporto annuale sullo stato delle disuguaglianze nel mondo.  Il Rapporto 2019 “Bene pubblico o ricchezza privata?”, oltre a fornire una grande quantità di dati, attira soprattutto l’attenzione sulla responsabilità dei poteri pubblici nella crescita delle disuguaglianze, in particolare per quanto riguarda scelte politiche in materia di fiscalità squilibrata e ingiusta.  Le prime parole dell’introduzione illustrano con chiarezza le constatazioni del rapporto: “Qualcosa non funziona nella nostra economia: chi si trova all’apice della piramide distributiva continua a godere in maniera sproporzionata dei benefici della crescita economica, mentre centinaia di migliaia di persone vivono in condizioni di estrema povertà.”

Le disuguaglianze fra ricchi e poveri sono infatti in costante aumento, in particolare a partire dal 2013. Ecco alcune delle costatazioni più sconvolgenti del Rapporto OXFAM: “nei 10 anni successivi alla crisi finanziaria il numero di miliardari è quasi raddoppiato;  nel 2018 la ricchezza dei miliardari del mondo è aumentata di 900 miliardi di dollari (pari a 2,5 miliardi di dollari al giorno) mentre quella della metà più povera dell’umanità, composta da 3,8 miliardi di persone, si è ridotta dell’11%; oggi i miliardari sono più ricchi che mai, e tra il 2017 e il 2018 sono aumentati al ritmo di uno ogni due giorni; la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani: nel 2018 soltanto 26 individui (contro i 43 dell’anno precedente) ne possedevano tanta quanto la metà più povera dell’umanità, ossia 3,8 miliardi di persone; il patrimonio dell’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos (proprietario di Amazon) è salito a 112 miliardi di dollari. Appena l’1% di questa cifra equivale quasi all’intero budget sanitario dell’Etiopia, un Paese con 105 milioni di abitanti; se tutto il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne di tutto il mondo fosse fornito da un’azienda, questa avrebbe un volume d’affari annuo di 10.000 miliardi di dollari, pari a 43 volte quello di Apple”.

Sono cifre e costatazioni che lasciano pochi dubbi sui costi umani delle disuguaglianze. OXFAM, cifre alla mano, sottolinea, per i poteri pubblici, l’importanza di scelte politiche che pongano fine a sistemi fiscali  che avvantaggiano solo ricchi individui e grandi imprese, che frenino la corsa al ribasso sulla tassazione dei redditi e che contrastino pratiche di evasione fiscale. Una tassazione più equa e progressiva permetterebbe di finanziare servizi pubblici universali come sanità ed istruzione, due componenti politiche che contribuiscono a ridurre il divario tra ricchi e poveri e, fra i poveri, tra uomini e donne.

Chissà, se a Davos, questo ennesimo campanello d’allarme di Oxfam smuoverà i potenti del mondo, perché dietro le righe “economiche” del loro ordine del giorno si nascondono tutte le sfide del futuro, dalla pace alla giustizia sociale, dalla transizione energetica alla salvaguardia dell’ambiente.

Per approfondire: il rapporto integrale (inglese), conclusioni del rapporto (italiano)

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