L’economia circolare al centro del Green Deal europeo

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Uno dei fiori all’occhiello della nuova Commissione è il Green Deal europeo, un grande piano per il rilancio dell’economia sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici. Parte di questo piano è la gestione ecologica del ciclo dei rifiuti attraverso la promozione dell’economia circolare, la quale può essere una vera spinta per lo sviluppo, aumentando il PIL dell’UE fino ad un ulteriore 0,5% di qui al 2030 e creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro. Per tale ragione la Commissione ha adottato lo scorso 11 marzo una serie di misure per incentivare una riconversione dei processi produttivi funzionale all’economia circolare, con l’obiettivo di garantire che tutti i fattori di produzione siano mantenuti il più a lungo possibile all’interno del sistema economico dell’UE.

L’intento è quello di assicurare che i prodotti immessi sul mercato comunitario abbiano un periodo di utilizzo più lungo, siano più facili da riutilizzare, riparare e riciclare, e contengano il più possibile materiali riciclati. Similarmente, le nuove norme limiteranno i prodotti monouso, con particolare attenzione al campo alimentare, al fine di ridurre esponenzialmente l’uso della plastica. Riguarderanno anche l’obsolescenza prematura e programmata, specialmente nel settore dell’elettronica, e vieteranno la distruzione di beni durevoli invenduti. Inoltre, si tenterà di trasformare sempre di più i rifiuti in materie prime utili per processi produttivi alternativi e, in generale, di ridurne la quantità, potenziando la raccolta differenziata e armonizzandola a livello europeo con sistemi di etichettatura standardizzati.

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “Se vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, preservare il nostro ambiente naturale e rafforzare la competitività della nostra economia, la nostra economia deve diventare pienamente circolare. Il nostro modello economico di oggi è ancora, per lo più, lineare: solo il 12 % delle materie secondarie e delle risorse vengono reintrodotti nell’economia. Molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, o sono monouso. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori e con il piano odierno abbiamo avviato una serie di interventi volti a trasformare il modo in cui i prodotti sono fabbricati e consentire ai consumatori di effettuare scelte sostenibili a proprio vantaggio e a beneficio dell’ambiente“.

Per approfondire: il comunicato della Commissione europea

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