Le “materie prime critiche” e la loro importanza per il futuro dell’Europa

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Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha adottato, nell sua sessione del 17/19 marzo, un parere sul piano della Commissione europea relativo alle materie prime critiche, presentato nel settembre 2020.
Il parere è stato elaborato da Isolde Ries (DE/PES), primo vicepresidente del parlamento regionale del Land tedesco del Saarland. Qui di seguito i punti salienti del parere in un’intervista alla relatrice :

(la Commissione classifica le materie prime come critiche se rivestono un’importanza economica decisiva, ma non possono essere prodotte in modo affidabile all’interno dell’UE e devono quindi essere in larga misura importate.)

  • Innanzitutto, si deve ridurre la dipendenza dell’UE dalle materie prime critiche attraverso un uso più efficiente delle risorse, lo sviluppo di prodotti sostenibili e l’innovazione. In aggiunta, occorre sostenere politicamente e finanziariamente l’estrazione interna di materie prime nell’UE, e diversificare l’approvvigionamento dai paesi terzi. L’Alleanza europea per le materie prime può dare un valido contributo alla promozione del know-how tecnico, delle innovazioni e degli investimenti.
  • Secondariamente, si hanno bisogno di approcci strategici, come ad esempio la costituzione di scorte adeguate. Occorre prevedere fonti alternative di approvvigionamento responsabile, e puntare a concludere accordi internazionali a livello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
  • In terzo luogo, i “rifiuti” sono risorse preziose. I materiali riciclati dovrebbero pertanto essere utilizzati in misura molto maggiore per ridurre l’uso di materie prime primarie e critiche. Quest’invito è rivolto contemporaneamente ai produttori, ai distributori e ai consumatori.
  • Come quarto punto, le ex regioni minerarie e quelle ancora attive dispongono delle competenze tecniche necessarie per estrarre materie prime. Tali competenze dovrebbero continuare ad essere utilizzate anche in futuro. Non è facile riavviare l’estrazione di materie prime in superficie o nel sottosuolo, a causa di una resistenza dell’opinione pubblica. Pertanto, si deve aumentare l’istruzione e l’informazione ed evitare o ridurre al minimo gli effetti negativi sull’ambiente.
  • Infine, in Europa, le materie prime critiche sono necessarie in molti settori chiave: come, ad esempio, quello automobilistico, siderurgico, aeronautico, informatico, sanitario, o delle energie rinnovabili. Le interruzioni dell’approvvigionamento hanno avuto inevitabilmente un impatto negativo. Prodotti e tecnologie orientati al futuro (quali la mobilità elettrica, la digitalizzazione, l’industria 4.0 e la transizione energetica) stanno trasformando e aumentando il fabbisogno di materie prime, senza le quali il Green Deal non sarà possibile.

Contesto

Ogni tre anni la Commissione pubblica una lista di materie prime “critiche” nell’UE. Nel 2020 sono state classificate come critiche 30 materie prime, alcune delle quali, come il litio e il cobalto, stanno diventando sempre più importanti nel settore energetico. Nel 2011 erano solo 14. L’elenco delle materie prime e ulteriori informazioni al riguardo sono disponibili qui.

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