La nuova politica agricola comune

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Via libera alla nuova PAC.

L’agricoltura è un settore importante per tutti i paesi dell’UE e per l’Unione stessa: infatti, per esempio, l’industria agricola ha sostenuto circa 9,5 milioni di posti di lavoro nel 2019 e quasi 3,8 milioni di posti di lavoro nella produzione alimentare nel 2018, rappresentando l’1,3% del prodotto interno lordo dell’UE nel 2020 (il suo valore aggiunto lordo, cioè la differenza tra il valore di tutto ciò che il settore agricolo primario dell’UE ha prodotto e il costo dei servizi e dei beni utilizzati nel processo produttivo, è stato di 178,4 miliardi di euro durante l’anno).

Tutti gli Stati membri, chi più e chi meno a seconda delle esigenze, ricevono fondi dell’UE attraverso la politica agricola comune (PAC). Questi fondi sostengono gli agricoltori direttamente attraverso il Fondo europeo agricolo di garanzia e le aree rurali, l’azione per il clima e la gestione delle risorse naturali attraverso il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Ad esempio, nel 2019 sono stati spesi 38,2 miliardi di euro per pagamenti diretti agli agricoltori, 13,8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 2,4 miliardi di euro hanno sostenuto il mercato dei prodotti agricoli.

Quindi, per i motivi sopracitati, è necessario che la politica agricola comune vada al passo con i tempi. Per questa ragione, la nuova PAC, dopo diversi negoziati sul pacchetto di riforma legislativa, è stata formalmente adottata, sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo, in data 2 dicembre 2021.

La nuova PAC, che entrerà in vigore a partire dal 2023, presenta diverse novità e mira ad essere più verde, più equa, più flessibile e più trasparente. In primis, giocheranno un ruolo fondamentale il rafforzamento della biodiversità e il rispetto delle leggi e degli impegni ambientali e climatici dell’UE; infatti, mentre la Commissione valuterà se i piani strategici nazionali della PAC saranno in linea con questi impegni, gli agricoltori dovranno osservare pratiche rispettose del clima e
dell’ambiente. In più, gli Stati membri saranno obbligati a garantire che almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale e almeno il 25% dei pagamenti diretti siano destinati a misure ambientali e climatiche.

L’azione contro il cambiamento climatico, comunque, è solo uno dei nove obiettivi strategici che la nuova politica agricola comune si è posta. Gli altri otto sono i seguenti:

  • Garantire un reddito agricolo sufficiente e sostenere la resilienza in tutta l’Unione per rafforzare la sicurezza alimentare;
  • Aumentare la competitività e la produttività del settore con misure sostenibili;
  • Riequilibrare la distribuzione del potere nella filiera alimentare, migliorando la posizione degli agricoltori nella catena del valore;
  • Tutelare l’ambiente, gestendo efficacemente risorse fondamentali come l’acqua, la terra e l’aria;
  • Salvaguardare il paesaggio caratteristico europeo e la sua biodiversità;
  • Sostenere il ricambio generazionale, modernizzando il settore agricolo in modo da attirare i più giovani;
  • Sviluppare aree rurali dinamiche, promuovendo l’occupazione, la crescita e l’inclusione sociale;
  • Proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute della popolazione europea, riducendo gli sprechi alimentari e tutelando la salute degli animali.

Oltre a ciò, il Parlamento ha garantito più sostegno alle piccole aziende agricole (alle quali andrà almeno il 10% dei pagamenti diretti) e ai giovani agricoltori (destinatari di almeno il 3% del bilancio della PAC). Inoltre, ha insistito sull’istituzione di una riserva permanente di crisi con un budget annuale di 450 milioni di euro (a prezzi correnti) per aiutare gli agricoltori con instabilità dei prezzi o del mercato. In più, le norme del lavoro dell’UE nei settori agricoli saranno meglio monitorate e le violazioni saranno sanzionate grazie alla cooperazione tra gli ispettori nazionali del lavoro e gli
organismi della PAC.

Per concludere, sono stati stanziati in totale per la nuova PAC per il periodo 2021-2027 circa 387 miliardi di euro, 291,1 dei quali provenienti dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (EAGF) e i restanti 95,5 (di cui 8 forniti dal Next Generation EU) dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (EAFRD). Inoltre, i Paesi dell’UE avranno il diritto di trasferire fino al 25% delle loro assegnazioni PAC tra il sostegno al reddito e lo sviluppo rurale. Infine, per supportare la ricerca e l’innovazione nel settore agricolo, la Commissione ha proposto di stanziare altri 10 miliardi di euro provenienti dal programma “Orizzonte Europa” per favorire progetti relativi all’alimentazione, all’agricoltura, allo sviluppo rurale e alla bioeconomia.

Per saperne di più: il rapporto del Parlamento, le statistiche dell’agricoltura europea, gli obiettivi strategici della nuova PAC, il comunicato della Commissione.

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