La Commissione interviene sui contenuti terroristici online

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È dello scorso 26 gennaio la decisione, con cui la Commissione ha stabilito di inviare
lettere di messa in mora a 22 Stati membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia), per non aver adempiuto agli obblighi, derivanti dal regolamento sul contrasto della diffusione di contenuti terroristici online.

Questa decisione si situa in un contesto in cui la stessa Commissione, fin dal 2015 ha iniziato a sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulla cooperazione volontaria tra Stati membri, su un corretto uso delle piattaforme Internet, nonché sulla loro protezione da infiltrazioni terroristiche e da attacchi nei confronti di particolari categorie di persone, come i minori. Recentemente, l’impegno alla lotta contro il terrorismo, ma anche contro la criminalità organizzata e la criminalità informatica rappresentano delle priorità, anche nella strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza 2020-2025. In particolare, il programma di lotta al terrorismo, presentato nel dicembre 2020, ha evidenziato l’importanza della prevenzione della radicalizzazione online e offline.

Dal 29 aprile 2021, è stato inoltre ufficialmente adottato il regolamento TCO (contenuti terroristici online), che ha imposto numerosi obblighi agli Stati membri sul contrasto della diffusione dei contenuti terroristici online.
L’attualità di questa problematica è stata confermata dall’attentato a Bratislava, avvenuto il 12 ottobre scorso, influenzato per l’appunto da contenuti terroristici online. Con il fine di combattere questa minaccia, la Commissione europea ha presentato una serie di misure e di iniziative legislative su base volontaria, intese ad attenuare il pericolo terroristico. La lettera di costituzione in mora degli Stati membri sopra richiamati, resisi colpevoli di non avere nominato un’autorità responsabile sui contenuti terroristici online o di non aver emanato norme in materia, costituisce un ulteriore passo nella prevenzione di simili attacchi. Gli Stati membri interessati hanno a disposizione due mesi, per rispondere e rimediare alle carenze, sollevate dalla Commissione.

Per ulteriori informazioni:
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_23_132

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