Immigrazione: Carta blu in via di definizione

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Accogliendo favorevolmente le due proposte legislative sul rilascio della Carta blu europea per i lavoratori non comunitari altamente qualificati, l’Europarlamento ha chiesto tuttavia di evitare la «fuga di cervelli» da Paesi terzi, di garantire parità   di trattamento e di dare comunque priorità   ai lavoratori comunitari.
Con la premessa che l’UE deve garantire «l’equo trattamento» dei cittadini immigrati da Paesi terzi che vi soggiornano legalmente e che una politica d’integrazione «più incisiva» dovrebbe mirare a garantire loro «diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell’UE», i deputati europei hanno proposto alcuni emendamenti rispetto alla proposta di direttiva della Commissione europea.
Ad esempio l’estensione della Carta ai cittadini di Paesi terzi che già   soggiornano legalmente in uno Stato membro dell’UE in virtù di altri regimi, ma non ai richiedenti asilo, agli stagionali, ai ricercatori, ai beneficiari dello status di soggiornante di lungo periodo in uno Stato membro, nà© coloro che entrano nell’UE in base a un accordo internazionale (lavoratori trasferiti nell’ambito di una società   multinazionale). Secondo i deputati europei, poi, la validità   della Carta deve essere inizialmente di tre anni (contro i due proposti dalla Commissione) e deve poter essere rinnovata per almeno due anni, mentre la Carta blu autorizza il titolare a entrare, rientrare e soggiornare nel territorio dello Stato membro che l’ha rilasciata e a passare attraverso il territorio di altri Stati membri. Un altro emendamento chiede agli Stati membri di non cercare di attirare i lavoratori altamente qualificati in settori che sono già  , o si prevede che saranno, soggetti a una carenza di personale nei Paesi terzi, con particolare riferimento al settore sanitario e al settore dell’istruzione. Secondo l’Europarlamento è anche necessario applicare il principio della “parità   di retribuzione per pari lavoro”, così da garantire ai cittadini di Paesi terzi lo stesso trattamento di cui godono i cittadini nazionali. Prima di decidere in merito a una domanda di Carta blu, gli Stati membri possono esaminare la situazione del loro mercato del lavoro e applicare procedure relative ai requisiti per la copertura di posti vacanti, ma «devono considerare in via prioritaria i cittadini dell’UE», sostengono gli eurodeputati, e possono dare la preferenza a cittadini di Paesi terzi nei casi previsti dalla legislazione comunitaria.
Essere altamente qualificati professionalmente non costituisce perಠuna garanzia di pari trattamento per gli immigrati, come sottolineano gli autori dell’ultimo Rapporto redatto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE): «Tutti i Paesi tendono ad attirare manodopera straniera qualificata, ma poi noi verifichiamo che in molte realtà   più gli stranieri sono qualificati e più rischiano di essere discriminati». Oltre al problema della «tratta dei cervelli», l’OCSE sottolinea poi quello delle rimesse finanziarie in un momento di crisi economica come l’attuale: molti Paesi d’origine dei migranti puntano infatti sulle rimesse dei loro lavoratori, quasi considerandole fondi pubblici da utilizzare per il welfare, ma con la crisi a una richiesta crescente da parte di questi Paesi corrisponderà   probabilmente una diminuzione delle rimesse. L’OCSE stima inoltre che nei prossimi dieci anni aumenteranno di almeno il 10% anche i flussi di lavoratori migranti poco o nulla qualificati.

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