Il 15 novembre si è tenuto l’Equal Pay Day, un’iniziativa europea di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla disparità di retribuzione tra uomini e donne. Le donne che lavorano nell’UE, infatti, continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio pari al 13%. Ciò significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagnerà solo 87 centesimi.
Il diritto alla parità retributiva per donne e uomini è uno dei principi fondanti dell’Unione Europea già sancito dal Trattato di Roma del 1957. Tuttavia, i progressi verso l’eliminazione del divario retributivo sono molto lenti, e mettono in evidenza come gli stereotipi di genere continuino ad essere presenti in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo. Serve, dunque, un’azione specifica e strutturata, finalizzata ad attuare il principio della parità retributiva.
La Commissione lavora costantemente in questa direzione: nel marzo 2023 ha lanciato una campagna contro gli stereotipi di genere, in particolare nell’ambito della carriera, dell’assistenza e del processo decisionale. Lo scorso giugno, invece, è entrata in vigore la direttiva sulla trasparenza salariale, grazie alla quale i dipendenti potranno far valere il loro diritto alla parità di retribuzione. Potendo accedere apertamente alle informazioni sui salari, coloro che risultano aver subito discriminazioni basate sul sesso maturano il diritto a un risarcimento per il lavoro non retribuito, oltre a quello a una retribuzione equa. Ovviamente, l’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri sarà fondamentale per far rispettare concretamente il principio della parità di retribuzione per tutti i cittadini e le cittadine dell’UE.
Per approfondire Il divario retributivo di genere nell’UE rimane al 13% durante l’Equal Pay Day