Nel dicembre 2022 la Commissione europea ha presentato una proposta di aggiornamento della prima normativa UE sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani, risalente al 2011.
Il 27 maggio scorso il Consiglio ha adottato una direttiva che aggiunge alle forme di sfruttamento contemplate nella legislazione contro la tratta di esseri umani anche lo sfruttamento della maternità surrogata, del matrimonio forzato e dell’adozione illegale.
Le nuove norme prevedono che l’utilizzo consapevole di servizi forniti da una vittima di tratta diventino un reato punibile con pene effettive, proporzionate e dissuasive, oltre a rafforzare le misure di prevenzione, di sostegno e di assistenza alle vittime.
Come già nell’attuale direttiva, i nuovi tipi di sfruttamento saranno punibili con una pena massima di almeno cinque anni di reclusione, dieci in caso di reati aggravati. L’accordo prevede, inoltre, una nuova circostanza aggravante che tiene conto degli effetti amplificatori della diffusione di contenuti visivi di natura sessuale relativi alla vittima utilizzando le tecnologie dell’informazione o della comunicazione. Le persone giuridiche saranno soggette a sanzioni più severe, come l’esclusione dall’accesso a finanziamenti pubblici e il ritiro dei permessi e delle autorizzazioni all’esercizio delle attività che hanno portato al reato in questione.
Il presente testo entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri disporranno di un massimo di due anni per recepire le modifiche alla direttiva nel diritto nazionale.
Per approfondire: Lotta contro la tratta di esseri umani: il Consiglio rafforza le norme