I risultati del Fondo Sociale Europeo: lavoro per quasi 10 milioni di Europei, ma l’Italia non ne approfitta

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Il Fondo Sociale Europeo (FSE) compie quest’anno 70 anni, essendo il primo fondo creato dall’Unione Europea con il Trattato di Roma del 1957. Esso rappresenta lo strumento principale attraverso il quale l’Unione Europea sostiene l’occupazione e favorisce l’inclusione sociale, aiutando i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurando opportunità lavorative più eque per tutti. Nei giorni scorsi la Commissione europea ha pubblicato in un suo rapporto i risultati della valutazione sul FSE condotta da esperti indipendenti e relativa agli investimenti realizzati tra il 2007 e il 2013.

I numeri sono significativi: grazie agli interventi finanziati con i contributi del FSE, alla fine del 2014 almeno 9,4 milioni di persone residenti nei Paesi dell’UE avevano trovato un lavoro e 8,7 milioni avevano ottenuto una certificazione o un diploma. Altri 13,7 milioni di persone coinvolte nelle iniziative sostenute dal Fondo ritenevano di averne beneficiato, soprattutto in termini di un aumento delle competenze. I partecipanti alle azioni del FSE erano equamente ripartiti tra inattivi (36 %), occupati (33 %) e disoccupati (30 %). Tra i principali gruppi di destinatari figurano le persone scarsamente qualificate (40 %), i giovani (30 %) e le persone svantaggiate (almeno il 21 %). Le donne coinvolte nelle azioni del FSE sono state 51,2 milioni.

Grazie al FSE gli Stati membri hanno beneficiato di consistenti risorse finanziarie supplementari. In tutta Europa sono, infatti, decine di migliaia i progetti piccoli e grandi che promuovono l’occupazione a livello locale, regionale e nazionale e che sono stati finanziati dal Fondo.

Sono molto significativi, in ben altro senso però, anche i numeri riferiti nello specifico all’Italia: tra coloro che hanno trovato un impiego grazie al FSE, i residenti nel nostro Paese sembrano essere solo 367.458 e nessuno pare aver conseguito alcuna attestazione o migliorato la propria preparazione in ambito lavorativo con il sostegno del Fondo. In realtà, l’Italia è tra i pochi Paesi a non aver fornito, nonostante ripetute sollecitazioni, informazioni sufficienti; dunque, il dato non è certo ed è molto probabile che gli effettivi beneficiari di iniziative finanziate attraverso il FSE siamo più numerosi.

Resta il fatto che il dato italiano sull’occupazione equivale a quello austriaco, con la differenza che la popolazione dell’Italia è 8 volte maggiore rispetto a quella dell’Austria. In particolare, la Commissione europea sottolinea che nel nostro Paese il Fondo ha ottenuto risultati “inferiori alle attese, soprattutto nelle aree di convergenza (ovvero le regioni del Sud)”.

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