I combustibili fossili si sono stabilizzati al 70% del consumo di energia nel 2021

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Eurostat ha recentemente pubblicato le statistiche annuali sull’energia per il 2021. Purtroppo, l’UE continua a fare affidamento in gran parte sui combustibili fossili per il suo approvvigionamento energetico complessivo. Infatti, il rapporto tra combustibili fossili ed energia lorda disponibile (la domanda totale di energia di un paese o di una regione) rimane alto, ma stabile. Nel 2021, i combustibili fossili costituivano il 70% dell’energia lorda disponibile nell’UE, rimanendo allo stesso livello del 2020. Questa percentuale è diminuita notevolmente negli ultimi decenni. Dal 1990, primo anno per il quale sono disponibili i dati, è diminuito di 13 punti percentuali (pp), principalmente a causa dell’aumento delle energie rinnovabili.

Nel 2021, Malta (96%) è rimasta il paese dell’UE con la quota più alta di combustibili fossili nell’energia disponibile lorda, seguita da Cipro e Paesi Bassi (89%), Irlanda e Polonia (88%). La maggior parte degli altri paesi dell’UE aveva quote comprese tra il 50% e l’85%, come l’Italia che si aggiudica una quota al 79%, insieme a Germania e Lussemburgo. Solo Svezia (32%), Finlandia (38%) e Francia (48%) avevano quote inferiori al 50%.

Danimarca: top performer

Nell’ultimo decennio, tutti i membri dell’UE hanno registrato una diminuzione della loro quota di combustibili fossili nell’energia disponibile lorda. La diminuzione maggiore è stata misurata in Danimarca (dall’81% al 57%; -25 punti percentuali), seguita da Estonia (dal 91% nel 2010 al 69% nel 2021; -22 pp) e Finlandia (dal 57% al 38%; – 19 pp.).

Altre diminuzioni significative sono state registrate in Lettonia, Lussemburgo e Lituania.
I cali più contenuti si registrano invece in Germania (da 81% a 79%; -2 pp), seguita da Romania, Malta, Ungheria e Francia.

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