
L’agricoltura europea sta affrontando una sfida cruciale: l’invecchiamento dei suoi agricoltori. Con un’età media di 57 anni e solo il 12% dei professionisti sotto i 40, è chiaro che serve un cambio di passo per garantire il futuro del settore, la nostra sicurezza alimentare e la vitalità delle campagne. Per rispondere a questa urgenza, la Commissione ha presentato una nuova strategia per favorire il ricambio generazionale. L’obiettivo è ambizioso: raddoppiare la quota di giovani agricoltori nell’UE entro il 2040.
Il piano non si ferma alle intenzioni, ma identifica i cinque ostacoli principali che un giovane deve superare: l’accesso alla terra, la difficoltà nel trovare finanziamenti, la necessità di competenze specifiche, la garanzia di una qualità di vita equa nelle aree rurali e il complesso passaggio di consegne delle aziende.
Per superare queste barriere, sono state messe in campo diverse iniziative concrete. Nella prossima politica agricola (PAC) verrà introdotto un “pacchetto di partenza” che può arrivare fino a 300.000 euro per facilitare l’avvio e il consolidamento delle nuove imprese agricole. Parallelamente, si lavorerà con la Banca Europea per gli Investimenti per migliorare l’accesso al credito.
Verrà inoltre creato un Osservatorio Europeo sui terreni agricoli, uno strumento pensato per mappare la terra disponibile, supportare la successione delle aziende e informare le politiche future, anche per prevenire la speculazione fondiaria. Per le competenze, si punta a coinvolgere i giovani agricoltori nell’Erasmus per Giovani Imprenditori, permettendo loro di imparare nuove pratiche all’estero o di diversificare le loro attività.
Infine, la strategia riconosce che fare l’agricoltore è un lavoro totalizzante. Per questo si promuoverà il cofinanziamento di servizi di sostituzione, che possano coprire l’agricoltore in caso di malattia, ferie o necessità di cura familiare, migliorando l’equilibrio tra vita e lavoro.
Il successo di questo piano, però, non dipenderà solo da Bruxelles. La Commissione esorta gli Stati membri a fare la loro parte, investendo almeno il 6% della spesa agricola nazionale in misure per il ricambio generazionale e sviluppando strategie dedicate entro il 2028.
Per un ulteriore approfondimento: comunicato stampa della Commissione europea












