Costruire la crescita: le raccomandazioni sulle politiche economiche

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Sono arrivate, come annunciato da tempo le raccomandazioni della Commissione Europea relative alle politiche economiche degli Stati membri.

La Commissione pone l’accento sulla creazione di un contesto più favorevole alla crescita sostenibile e all’occupazione in un’economia post-crisi.

Insieme alle raccomandazioni specifiche per Paese sono state adottate anche, numerose decisioni relative alle finanze pubbliche degli Stati membri, che rappresentano complessivamente un’ambiziosa serie di riforme dell’economia dell’UE.

Secondo l’analisi della Commissione, il notevole impegno in termini di politiche profuso a tutti i livelli da qualche anno a questa parte ha notevolmente consolidato le basi dell’economia dell’Unione. Nel 2014 – 2015, tuttavia, la crescita rimarrà fragile e disomogenea, per cui bisogna mantenere lo slancio delle riforme. Il potenziale di crescita a lungo termine dell’UE è ancora relativamente modesto: gli elevati livelli di disoccupazione e la difficile situazione sociale miglioreranno lentamente e ci vorrà tempo per colmare l’enorme fabbisogno di investimenti.

Destinatari delle raccomandazioni sono stati 26 Stati membri (tutti tranne Cipro e Grecia ancora monitorati dalla Troika nell’ambito del piano di salvataggio).

La Commissione segnala una ripresa della crescita (solo Cipro e la Croazia avranno una tendenza negativa per il 2014, mentre tutte le economie torneranno a crescere nel 2015).

Buone notizie anche per le finanze pubbliche: si prevede un rientro, almeno in termini di dato aggregato, al di sotto del 3% del rapporto deficit / PIL al di sotto del 3%: è la prima volta che ciò avviene dall’inizio della crisi e la Commissione raccomanda l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo per Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Slovacchia e Paesi Bassi; positiva la valutazione UE in tema di riforme, che stanno cominciando a dare risultati anche nei Paesi vulnerabili e correzione degli squilibri macroeconomici.

Tutte questi segnali positivi hanno però bisogno di almeno un semestre per tradursi in aumenti occupazionali, non a caso la Commissione prevede che gli aumenti occupazionali saranno modesti nel 2014 e che nel 2015 il tasso di disoccupazione si attesterà al 10% (la rilevazione Eurostat del marzo 2014 fa registrare il 10,5% nell’UE e l’11,8 nella zona euro).

Proprio il tema dell’occupazione occupa un posto di primo piano nelle raccomandazioni di Bruxelles: “Occorre – sostiene la Commissione – continuare a riformare le politiche occupazionali e migliorare la copertura e i risultati dei sistemi di istruzione e previdenza sociale”.

L’implementazione della Youth Guarantee, spostamento del carico fiscale dal lavoro ai beni, ai consumi e all’ambiente, rilancio degli investimenti privati e della competitività delle economie europee, vengono individuate come le strade per fare ripartire l’occupazione.

Una raccomandazione specifica riguarda, infine, la riduzione del debito pubblico che nel 2014 dovrebbe raggiungere un picco a causa dei disavanzi accumulatisi nel tempo.

Secondo la Commissione, il debito “va riportato su un percorso discendente, specialmente in Belgio, Irlanda, Grecia, Spagna, Italia, Cipro e Portogallo, dove supera tuttora il 100% del PIL”.

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