Conciliazione vita-lavoro: undici Paesi non hanno ancora recepito la direttiva UE

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Il 13 giugno 2019 la Commissione europea ha adottato una proposta che comprende una serie di atti legislativi che riconoscono ai cittadini diritti minimi a livello di Unione per la conciliazione del lavoro con le responsabilità familiari. Gli Stati membri avevano tre anni di tempo, fino al 2 agosto 2022 per recepirla negli ordinamenti nazionali. Recentemente la Commissione europea ha constatato che la direttiva non era ancora stata pienamente recepita da 11 Stati membri, verso cui ha aperto una procedura di infrazione; si tratta di Belgio, Repubblica Ceca, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia. Questi Stati membri dispongono ora di due mesi per adottare le misure necessarie per conformarsi al parere motivato, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.

La proposta europea è una direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare rivolta a genitori lavoratori e prestatori di assistenza. L’obiettivo è una facilitazione nel conciliare famiglia e carriera, e il riconoscimento ai genitori e ai prestatori di assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili. Questo dovrebbe portare all’aumento del benessere generale e a un maggiore equilibrio per i soggetti interessati tra attività professionale e vita familiare nella gestione delle proprie responsabilità. 

La direttiva prevede i seguenti diritti:

  • Congedo di paternità di almeno 10 giorni lavorativi con retribuzione pari almeno alla prestazione di malattia;
  • Congedo parentale di almeno quattro mesi per ciascun genitore, di cui due mesi retribuiti e non trasferibili. Può essere fruito secondo modalità flessibili;
  • Congedo per i prestatori di assistenza di almeno cinque giorni lavorativi l’anno per una persona che vive nello stesso nucleo familiare;
  • Modalità di lavoro flessibili per i lavoratori con figli fino agli 8 anni di età e per tutti i prestatori di assistenza, con diritto di riduzione dell’orario lavorativo, orari di lavoro flessibili e flessibilità sul luogo di lavoro.

Per saperne di più: il comunicato della Commissione europea

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