Cambiamenti climatici: l’UE chiede maggior impegno

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In preparazione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, l’UE rende noto nella sua Relazione annuale sugli obiettivi di Kyoto che sta progredendo nella riduzione dei gas serra, ma che servono altre urgenti iniziative per mantenere gli impegni presi.
Dalle ultime proiezioni fornite dagli Stati membri, infatti, emerge che i provvedimenti già   in atto, uniti all’acquisto di crediti di emissione da Paesi terzi e alle attività   di forestazione che assorbono carbonio dall’atmosfera, serviranno a ridurre le emissioni nei «vecchi» 15 Stati dell’UE del 7,4% entro il 2010 rispetto ai valori dell’anno scelto come riferimento (il 1990). Così facendo, sostiene la Commissione europea, l’obiettivo da raggiungere per il 2012 (-8%) «sarà   a portata di mano». Inoltre, le politiche e le misure supplementari attualmente al vaglio dell’UE e degli Stati membri dovrebbero permettere di conseguire il traguardo e addirittura di abbattere le emissioni dell’11,4%, ma per questo «dovranno essere attuate tempestivamente e nella loro interezza».
C’è poi tutto il discusso capitolo relativo agli accordi internazionali per gli anni successivi al 2012, di cui si occuperà   la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà   a Bali, in Indonesia, dal 3 al 14 dicembre. La recente valutazione scientifica presentata dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) è «allarmante», come sottolinea il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, il quale indica la linea europea da seguire a Bali: «L’unica risposta responsabile è impegnarsi di più a livello mondiale per limitare le emissioni di gas serra. Per questo a Bali è necessario decidere il varo dei negoziati su un accordo mondiale sul clima che sia esauriente e ambizioso e stabilire una tabella di marcia che ne definisca gli elementi principali. La Conferenza dovrà   inoltre fissare alla fine del 2009 la data limite per la durata dei negoziati».
La posizione dell’UE, approvata dal Consiglio dei ministri dell’Ambiente il 30 ottobre scorso, propone che l’accordo sul clima post-Kyoto comprenda almeno otto elementi principali: limitazione del surriscaldamento del pianeta a 2àƒâ€šà‚ºC al di sopra della temperatura dell’era pre-industriale, con una stabilizzazione delle emissioni nei prossimi 15 anni e un dimezzamento entro il 2050; riduzioni delle emissioni vincolanti e più consistenti in termini assoluti per i Paesi industrializzati, del 30% entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050; contributi equi ed efficaci da parte di altri Paesi; potenziamento e ampliamento del mercato globale del carbonio, anche attraverso meccanismi flessibili innovativi e rafforzati; miglioramento della cooperazione per la ricerca, lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie pulite necessarie per abbattere le emissioni; maggiore impegno a favore dell’adattamento ai cambiamenti climatici; inserimento dei settori aereo e marittimo nel sistema di scambio delle quote di emissione; abbattimento delle emissioni conseguenti alla deforestazione, attività   che contribuisce fino al 20% delle emissioni planetarie di CO2.

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