Più di tre quarti degli europei considera la corruzione un problema rilevante del proprio Paese e circa l’80% pensa che sia presente nelle istituzioni, a livello locale, regionale e nazionale e che la motivazione principale della corruzione risieda nei legami esistenti tra il mondo del business e della politica; oltre il 75% pensa che il problema della corruzione riguardi anche le istituzioni europee. àˆ quanto emerge da un sondaggio Eurobarometro che vuole indagare come le opinioni e le percezioni degli europei sul tema della corruzione sono evolute negli ultimi anni; si tratta del terzo sondaggio su questi temi, realizzato su un campione di 26.663 persone intervistate nei 27 Stati membri tra settembre e ottobre scorsi.
Anche se la percezione generale del livello di corruzione è rimasta pressochà© stabile, come emerge confrontando i dati attuali con l’ultimo sondaggio Eurobarometro del 2007, in alcuni Paesi sono state rilevate sensibili variazioni.
L’evoluzione più importante è stata osservata in Finlandia, dove le persone che pensano che la corruzione sia un problema nazionale sono raddoppiate, passando dal 25% del 2007 al 51% di oggi, probabilmente a causa della forte mediatizzazione di alcuni casi di corruzione interna riguardante uomini politici e partiti.
Anche in Austria e a Malta emerge, rispetto al 2007, un livello di percezione della corruzione in aumento, pari, rispettivamente, al 61% (+14 punti) e al 95% (+11 punti).
Il livello di corruzione percepita più rilevante è stato registrato in Grecia (98%) e in Bulgaria (97%), mentre i Paesi con il livello più basso sono Danimarca (22%) e Svezia (37%). Per quanto riguarda l’Italia, la corruzione percepita si attesta su livelli alti (83%) e rispetto al 2007 non sono state rilevate variazioni importanti.
In tutti i Paesi la percezione che la corruzione sia un problema che riguarda anche le istituzioni europee ha raggiunto il 76% (+10 punti rispetto al 2007). In particolare questo dato è aumentato del 25% in Bulgaria, dal 15% al 25% in nove Stati membri e dal 10% al 15% in altri nove Paesi. La corruzione percepita è rimasta stabile soltanto in tre Paesi (Italia, Lussemburgo e Germania), che hanno registrato una variazione inferiore al 5%.
La maggioranza degli europei pensa che siano i tribunali (59%) e i loro governi nazionali (57%) che devono essere responsabili della prevenzione e della lotta contro la corruzione. Circa quattro persone intervistate su dieci pensano che la polizia debba farsi carico di questa questione, mentre un quarto degli intervistati ritiene che sia compito dell’Unione Europea occuparsi di questo problema.
Il forte legame tra business e politica è, secondo il 42%, una delle cause principali del fenomeno della corruzione; se da un lato i pubblici ufficiali che hanno a che fare con gare d’appalto e permessi sono percepiti come facilmente implicabili in casi di corruzione, dall’altro vi è la percezione che una parte di professionisti del settore pubblico, come i giudici e i poliziotti, sia impegnata nella lotta contro il dilagare di questo fenomeno. La povertà e i salari bassi sono tra le cause di corruzione meno citate.
Quasi un terzo degli intervistati pensa che i governi e i politici non facciano abbastanza per combattere il fenomeno, che la corruzione sia punita in modo troppo leggero e che ci sia poca trasparenza da parte delle istituzioni sul modo di spendere il denaro pubblico.
Il quadro di insieme che emerge da questo studio non è dei migliori. Se è vero che la maggioranza degli europei riconosce nella corruzione un problema grave che tocca tutti i livelli della società europea, è anche vero che è largamente diffusa l’opinione secondo cui questo sia un fenomeno che esiste da sempre e che sia, in qualche modo, inevitabile; a pensarla così sono in particolare i cittadini dei nuovi Stati membri.
Malgrado questa percezione, solo il 9% degli interpellati è stato personalmente vittima negli ultimi 12 mesi di episodi di corruzione, dato che rimane invariato se confrontato con la rilevazione del 2007.
La lotta contro la corruzione è divenuta negli ultimi anni una delle principali priorità politiche dell’UE, sia al suo interno che nelle relazioni con i Paesi terzi e candidati e si inserisce nell’ambito del Programma di Stoccolma, che è stato adottato dal Consiglio Europeo e che definisce una cornice per le azioni dell’UE nei prossimi 5 anni sulle questioni relative a cittadinanza, giustizia, sicurezza, asilo e immigrazione.
Nell’ottobre 2008 l’UE ha definito una politica globale per contrastare la corruzione e ha costituito una rete europea tra i differenti Stati membri volta a condividere le buone pratiche ed esperienze al fine di prevenire e contrastare questo fenomeno.