I tre finalisti del premio Sacharov 2012 per la libertà di pensiero

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Sarà annunciato venerdì 26 ottobre il vincitore del “Premio Sacharov per la libertà di pensiero”, assegnato ogni anno dal Parlamento Europeo.

Il premio, che prende il nome dallo scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrievic Sacharov, premio Nobel per la fisica esiliato per essersi opposto al programma nucleare e al regime oppressivo dell’URSSistituito nel 1988, intende riconoscere l’impegno di personalità o di gruppi di personalità che si sono distinti nella difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Le nomine dei candidati sono state proposte dai gruppi politici o da almeno 40 deputati; le commissioni agli Affari esteri e allo Sviluppo hanno selezionato la scorsa settimana i tre finalisti per l’edizione di quest’anno: Ales Bialiatski, gli attivisti iraniani Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi e le Pussy Riot.

Ales Bialiatski attualmente detenuto in carcere dalle autorità bielorusse, è un combattente per la libertà e un difensore dei diritti umani, impegnato come attivista della società civile nella lotta a favore della libertà di pensiero e di espressione in Bielorussia. Fondatore del centro per i diritti umani Viasna, un’organizzazione non governativa che fornisce sostegno finanziario e assistenza legale ai detenuti politici e ai loro familiari.

Nasrin Sotoudeh è un avvocato iraniano e difensore dei diritti umani: dopo le elezioni presidenziali del 2009 ha rappresentato attivisti dell’opposizione e politici iraniani, incarcerati dopo alcune proteste. Attualmente si trova in isolamento nel carcere di Evin, dove è rinchiusa da quando è stata arrestata nel settembre 2010 con l’accusa di diffusione di propaganda contro il sistema e di cospirazione volta a minare la sicurezza dello Stato.
Jafar Panahi è un regista, sceneggiatore e film editor iraniano:le sue opere sono note per la prospettiva umanistica della vita in Iran, spesso incentrate sull’esistenza disagiata dei minori, sugli indigenti e sulle donne.

Le Pussy Riot sono un gruppo femminista punk-rock russo. Grazie ai loro atti di protesta (a loro costategli il carcere, dove attualmente sono rinchiuse in condizioni che rasentano la tortura), hanno fatto focalizzare l’attenzione del mondo sulle limitazioni dei diritti civili e sull’assenza dello Stato di diritto in Russia molto più di quanto l’uccisione di giornalisti o l’applicazione delle nuove leggi repressive fossero riusciti a fare presso la comunità internazionale.

Il vincitore sarà premiato il 12 dicembre durante una cerimonia al Parlamento Europeo di Strasburgo: la data corrisponde al giorno della firma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite nel 1948.
Nel 2011 sono il premio è stato assegnato agli attivisti della Primavera araba, che sono così andati ad aggiungersi ai vincitori delle scorse edizioni tra cui ricordiamo Nelson Mandela (1988), Aung Sang Suu Kyi (1990) e l’ONU, rappresentata dal segretario generale Kofi Annan (2003).

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