La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, emanata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993, definisce la violenza contro le donne come “qualsiasi atto di violenza basato sul genere che provochi, o possa provocare, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi in pubblico che nella vita privata“.
Anche nel 2023, la violenza contro le donne rimane una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e pervasive al mondo. Si stima che 736 milioni di donne (quasi una su tre) abbiano subito violenza fisica e/o sessuale almeno una volta nella vita.
Per combattere davvero questo flagello servono risposte solide e investimenti nella prevenzione. Per questo è così allarmante che l’impegno dei Paesi per contrastarlo sia decisamente insufficiente in tutto il mondo: solo il 5% degli aiuti governativi è destinato ad affrontare la violenza contro le donne, e meno dello 0,2% è diretto alla prevenzione. Sono necessari maggiori investimenti nelle organizzazioni femminili, una migliore legislazione e persecuzione dei colpevoli, più servizi per le sopravvissute e una formazione approfondita per le forze dell’ordine. Infatti, gran parte delle violenze non viene denunciata a causa dell’impunità e dello stigma che le circondano.
Oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è importante generare consapevolezza sul fenomeno, nelle vittime e nella società in generale, ma anche far sentire la propria voce affinchè l’impegno nazionale e internazionale nella lotta a questo tipo di violazione dei diritti diventi strutturato e proporzionale alla sua portata.
Il 1 ottobre è entrata in vigore in UE la Convenzione di Istanbul, e il 21 novembre la sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeao) ha organizzato un dibattito sul tema della violenza contro le donne e le ragazze. Dopo anni di rinvii, la proposta della Commissione per combattere la violenza contro le donne è stata frenata, ancora una volta, dal Consiglio, poiché la maggioranza degli Stati membri non si è mostrata favorevole all’inclusione nella direttiva di una legislazione che definisce “stupro” un rapporto sessuale avvenuto in assenza di consenso, opponendosi anche alla norma sul risarcimento delle vittime di violenza sessuale.
Finché la protezione delle donne dalle violenze di genere continuerà ad essere considerata una questione di sovranità nazionale e non un problema pervasivo della società tutta, far sentire la propria voce e lavorare per lo sviluppo di consapevolezza sul tema ogni giorno sarà fondamentale per riuscire a posizionarsi dalla parte giusta della storia.
Per approfondire: International Day for the Elimination of Violence against Women 25 November, Better late than never for the EU to address the issue of violence against women, Proposal for a DIRECTIVE OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL on combating violence against women and domestic violence