Utilizzo delle risorse UE: i dati 2010

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«Dal momento che il 90% del budget UE è destinato a progetti realizzati negli Stati membri o nei Paesi terzi che hanno con l’UE relazioni di partenariato è essenziale fornire ai contribuenti europei informazioni che siano il più possibile esaustive».
Con queste parole il commissario alla Programmazione economica Janusz Lewandowski ha introdotto la presentazione dei dati sull’utilizzo delle risorse UE che nel 2010 hanno fatto registrare un tasso di esecuzione budgetaria del 97%: ricerca e sviluppo, sicurezza nucleare, coesione e controllo delle frontiere esterne le principali destinazioni di utilizzo del budget comunitario.
Tra il 2007 e il 2010 sono stati spesi oltre 25 miliardi di euro per l’innovazione e la competitività   attraverso l’omonimo programma che ha consentito la creazione di oltre 338.000 posti di lavoro; il «Settimo Programma Quadro» ha invece favorito nel 2010 gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte di 2.000 piccole e medie imprese (PMI).
Nel 2010 inoltre è triplicato rispetto all’anno precedente l’ammontare delle risorse destinate alla sicurezza nucleare (69 milioni di euro) mentre, nell’ambito della politica di coesione, la cooperazione territoriale europea ha consentito nel 2010 la creazione di 5.800 imprese, la creazione o la stabilizzazione di 115.000 posti di lavoro e l’erogazione diretta di risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per oltre 6 milioni di lavoratori.
Al controllo delle frontiere esterne, alla piena realizzazione della libera circolazione delle persone nell’UE e alla gestione dei flussi migratori sono stati destinati nel 2010 300 milioni di euro.
In termini assoluti i quattro Paesi che hanno ottenuto dall’UE la maggiore quantità   di risorse sono stati la Spagna (13,2 miliardi di euro), la Francia (13,1 miliardi di euro), la Germania e la Polonia (11,8 miliardi di euro ciascuna). In Italia sono stati spesi circa 9 miliardi e mezzo di euro provenienti dal bilancio UE.
Se lo stesso dato viene calcolato in termini percentuali rispetto al Prodotto Interno Lordo di ciascuno Stato membro, i Paesi che hanno ricevuto di più dall’UE sono stati Lituania (5,9%) Estonia (5,8%) e Lussemburgo (5,2%).
Va perಠsottolineato, come ha precisato anche il commissario Lewandowski, che nella lettura di questi dati «sarebbe semplicistico e ingannevole concentrasi solo sulle differenze tra quanto uno Stato dà   e quanto riceve». Altri vantaggi che entrano in gioco sono: «i contratti stipulati con imprese private nell’ambito della politica di coesione, il miglioramento delle infrastrutture che fanno funzionare il mercato interno e il valore aggiunto della dimensione europea della ricerca».

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