Unione Europea e cambiamento climatico: alcuni dati

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L’Unione Europea è il terzo attore al mondo per emissioni di gas serra, preceduta solo da Cina e Stati Uniti e seguita da India, Russia e Giappone. All’interno dell’Unione Europa i cinque Stati Membri che hanno prodotto più emissioni di gas serra nel 2019 sono Germania, Francia, Italia, Polonia e Spagna. I settori che risultano invece essere i maggiori responsabili delle emissioni sono, sempre secondo i dati del 2019, il settore energetico per il 77,1% delle emissioni, seguito dal settore agricolo, industriale e dei rifiuti. L’Unione aveva stabilito nel 2008 un pacchetto sul clima e l’energia che conteneva alcuni obiettivi per il 2020 tra cui la riduzione 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. In realtà, anche a causa della pandemia da covid-19, le emissioni sono scese addirittura del 31% nel 2020, mentre erano già diminuite del 24% nel 2019. I nuovi obiettivi europei sono ora una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica per il 2050. In realtà le ultime proiezioni presentano una possibile diminuzione delle emissioni entro il 2030 solo del 41%.

Il cambiamento climatico in Europa ha come conseguenze la perdita ella biodiversità, l’aumento degli incendi boschivi causati dall’aumento delle temperature, un maggiore rischio di desertificazione, ma anche un maggior rischio di inondazioni causate da forti precipitazioni.

L’unico settore dell’UE in cui le emissioni sono ancora superiori a quelle del 1990 è quello dei trasporti, responsabile del 30% delle emissioni totali di CO2 dell’UE. Di questo il 72% proviene dal trasporto su strada. L’aviazione e il trasporto marittimo internazionale rappresentano rispettivamente meno del 3,5% delle emissioni, tuttavia sono il settore che ha visto una più rapida crescita di emissioni negli ultimi anni.

Per saperne di più: il comunicato del Parlamento europeo

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