Unione Europea e Balcani occidentali: firmata la Dichiarazione di Zagabria

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I capi di Stato e di governo dell’UE si sono dichiarati «pronti a rilanciare il dialogo politico, anche ad alto livello e in modo sistematico, tra l’UE e i Balcani occidentali»

Il 6 maggio 2020, in videoconferenza a causa della pandemia COVID-19, si è svolto il vertice UE-Balcani occidentali, che ha riunito i capi di Stato e di governo degli Stati membri dell’Unione Europea e i leader dei sei Paesi partner dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Repubblica della Macedonia del Nord e Kosovo.

Al termine dell’evento, è stata pubblicata la Dichiarazione di Zagabria, a vent’anni dal primo vertice svoltosi nella capitale croata e a diciassette dal vertice di Salonicco. L’Unione Europea ha ribadito il proprio sostegno alla prospettiva europea dei Balcani occidentali, uno scenario letto come una scelta strategica dai leader della regione.

La cooperazione tra l’UE e i Balcani occidentali è emersa ancora di più nel corso della pandemia COVID-19, visto che l’Unione ha stanziato fondi per 3,3 miliardi di euro destinati ai sei Paesi, volti a sostenere sia il settore sanitario sia a incentivare la ripresa economica e sociale nella regione. In un’ottica di unità e solidarietà, la cooperazione in atto ha evidenziato come l’Unione Europea sia l’attore che si è più impegnato nel sostenere i Balcani occidentali, così come i sei Paesi hanno altresì dimostrato zelo nel fornire aiuti agli Stati limitrofi e all’UE stessa. Si auspica, dunque, che tale cooperazione possa proseguire anche in seguito alla fine dell’emergenza sanitaria. 

L’Unione Europea si è dichiarata determinata a impegnarsi maggiormente «per sostenere la trasformazione politica, economica e sociale della regione,» e a leggere positivamente «l’impegno dei partner dei Balcani occidentali a sostenere i valori e i principi europei e ad attuare le riforme necessarie in modo accurato e vigoroso.»

Tale impegno deve riguardare alcuni elementi imprescindibili, quali «il primato della democrazia e dello Stato di diritto, in particolare per quanto riguarda la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, il buon governo, nonché il rispetto dei diritti umani, della parità di genere e dei diritti delle persone appartenenti a minoranze.» Poiché tali elementi sono essenziali per lo sviluppo democratico delle società, è necessario altresì riconoscere l’importanza della società civile e dell’indipendenza e del pluralismo dei mezzi di informazione. A tal proposito, viene riconosciuta la necessità di contrastare la disinformazione e tutte quelle attività ibride volte a compromettere la possibilità di un futuro europeo per la regione.

Un punto specifico della Dichiarazione di Zagabria è dedicato all’eredità del passato e della memoria. È, infatti, necessario che vengano compiuti sforzi a favore della riconciliazione e della stabilità regionale, volti «al raggiungimento e all’attuazione di soluzioni definitive, inclusive e vincolanti per le questioni e le controversie bilaterali dei partner che sono radicate nel passato.»

Altro elemento di assoluta rilevanza è la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, vista come prioritaria «per la trasformazione politica e socioeconomica della regione e per la sua stabilità e sicurezza, che sono nell’interesse dei suoi cittadini.» 

Rispetto, invece, alla questione migratoria e al contrasto al traffico di migranti, è stato riconosciuto come la cooperazione tra l’Unione Europea e i sei Paesi abbia generato effetti positivi. Tale partenariato proseguirà grazie alla cooperazione con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e l’Ufficio europeo di polizia (Europol).

In conclusione alla Dichiarazione, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si sono dichiarati «pronti a rilanciare il dialogo politico, anche ad alto livello e in modo sistematico, tra l’UE e i Balcani occidentali.»

Per approfondire: la Dichiarazione di Zagabria del 6 maggio 2020

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