Una Conferenza ridimensionata tra Balcani e UE

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Si è aperta a Brdo pri Kranju, in Slovenia, una Conferenza sul futuro europeo dei Balcani occidentali compromessa perಠdall’assenza della Serbia, che non ha partecipato perchà© il Kosovo è rappresentato come Stato indipendente.
Le autorità   serbe, che non riconoscono l’indipendenza del Kosovo, si rifiutano infatti di prendere parte a incontri internazionali in cui il Kosovo è presente come Stato sovrano e indipendente invece che con la dicitura Kosovo-UNMIK, come prevede la risoluzione 1244 dell’ONU.
L’assenza dei rappresentanti della Serbia ha quindi ridimensionato il tenore della Conferenza promossa e co-organizzata dai premier di Slovenia e Croazia insieme all’UE, che con il titolo «Insieme per l’Unione Europea: il contributo dei Balcani occidentali al futuro europeo» intendeva essere il primo Vertice a livello di primi ministri che riuniva tutti i leader della ex Jugoslavia. L’annuncio della non partecipazione serba ha infatti portato alla decisione da parte dei vertici dell’UE di non andare in Slovenia in modo da evitare accuse di parzialità  : così il presidente stabile del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, in rappresentanza della presidenza di turno del’UE hanno rinunciato alla Conferenza.
Insieme ai capi di governo di Slovenia (Borut Pahor), Croazia (Jadranka Kosor), Bosnia Erzegovina (Nikola Spiric), Montenegro (Milo Djukanovic), Macedonia (Nikola Gruevski), Kosovo (Hashim Thaci) e Albania (Sali Berisha), alla Conferenza svoltasi a porte chiuse e sede di vari incontri bilaterali ha preso parte per l’UE il commissario all’Allargamento Stefan Fuele, il quale ha auspicato che «un giorno tutti i Balcani potranno far parte dell’UE» e ha definito la Conferenza di Brdo pri Kranju «un buon passo verso questo obbiettivo».
Lo stesso commissario europeo aveva svolto nei giorni precedenti la Conferenza un giro di conoscenza nei Balcani occidentali e a proposito del Kosovo aveva chiesto alle autorità   di Pristina azioni concrete per lo stato di diritto, la lotta alla criminalità   organizzata e alla corruzione, nonchà© maggior impegno nel garantire la stabilità   politica, la sicurezza e i diritti delle minoranze (in particolare quella serba) e il prosieguo delle riforme necessarie a favorire l’integrazione europea.

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