Il caso greco continua a dividere l’UE

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In attesa del Consiglio Europeo del 25-25 marzo permangono le divisioni tra gli Stati membri dell’UE e la Commissione Europea sull’eventualità   di un accordo politico per un piano di salvataggio a favore della Grecia.
Mentre infatti il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, lancia un appello ai governi europei affinchà© «l’Unione Europea concluda politicamente il lavoro fin qui fatto e giunga a un’intesa sul piano di azione europeo», gli Stati membri appaiono ancora divisi e per la prima volta si prospetta la possibilità   concreta di un ricorso greco al Fondo Monetario Internazionale (FMI), dal momento che come ha ricordato il premier greco Giorgio Papandreou «la Grecia è a un passo dal non poter più contrarre prestiti» visti gli elevatissimi tassi di interesse.
Le maggiori resistenze a un piano europeo di salvataggio della Grecia continuano a giungere dalla Germania, il cui governo è convinto che un aiuto alla Grecia non solo violerebbe i trattati europei e la costituzione tedesca ma sarebbe oggetto di durissime critiche da parte dell’opinione pubblica: secondo alcuni sondaggi, infatti, la maggioranza dei cittadini tedeschi è contraria a soccorrere un Paese che per anni ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità   mettendo a rischio tutta la zona euro. Per questo le autorità   tedesche ipotizzano l’eventualità   di un ricorso al FMI, in seguito a una concertazione tra i Paesi europei, ipotesi appoggiata tra gli altri da Paesi Bassi e Finlandia e invece osteggiata soprattutto dalla Francia che sostiene invece fermamente una «soluzione europea».
Al proposito il presidente della Commissione Europea, Josà© Manuel Barroso, ha ricordato che «la Grecia e tutti i Paesi dell’UE sono anche membri e di gran lunga i principali azionisti del FMI», per cui non si tratta di una «questione di prestigio» bensì di «vedere qual è il modo migliore per rispondere alla situazione». Barroso ha poi annunciato che chiederà   al Consiglio Europeo di decidere la creazione di uno strumento di coordinamento europeo per consentire prestiti bilaterali tra Stati.
Oltre al ricorso o meno al FMI continua poi a dividere l’UE la proposta tedesca di un sistema di sanzioni da applicare ai Paesi che in futuro non rispetteranno gli impegni europei sul fronte dei conti pubblici, fino alla possibile espulsione del Paese in questione dalla zona euro. Dopo la totale contrarietà   della Francia è giunto il monito della Commissione Europea, secondo cui «escludere un Paese dalla zona euro è impossibile oltre che assurdo».

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