Turchia, un sultano in difficoltà e un Paese alla ricerca della democrazia

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Si sono svolte domenica 31 marzo le elezioni amministrative in Turchia, un test elettorale che, sebbene locale, ha coinvolto contemporaneamente le 81 provincie del Paese, 61 milioni di elettori, di cui un milione di giovani chiamati a votare per la prima volta e un’affluenza alle urne stimata a più del 77%.
Elezioni quindi che superano di gran lunga la dimensione locale e rivelano la portata politica nazionale di un voto che ha visto un significativo arretramento dello storico partito AKP (Giustizia e Sviluppo) del Presidente Erdogan, arrivato in seconda posizione con il 35,4% dei voti, dopo il partito di opposizione CHP (Partito repubblicano del popolo) che ha raggiunto il 37,7% dei voti.
Erdogan e il suo partito quindi, dopo 21 anni al potere, hanno subito la loro prima sconfitta: il partito conservatore islamico AKP non controlla nessuna delle principali città chiave del Paese, come Istanbul, Ankara, Bursa o Smirne ed è stato superato da un partito di opposizione laico, nato dal vecchio partito di Ataturk, lontano da quell’islam politico perseguito dal Presidente Erdogan
stesso.
Si tratta quindi di una significativa svolta politica, anche se le elezioni presidenziali dello scorso maggio avevano riconfermato al suo posto Erdogan con il 52% dei voti e per un periodo che corre fino al 2028. Si prospetta quindi un periodo di convivenza politica ma anche di intenso confronto in vista del futuro e lontano anno elettorale, periodo le cui ricadute saranno soprattutto sentite a livello di politica interna, anche se l’attenzione sarà alquanto intensa anche a livello internazionale.
Sul piano interno, infatti, il voto ha segnato la stanchezza della popolazione turca nei confronti di una politica economica inadeguata, incapace di frenare l’inflazione e il deterioramento delle condizioni di vita delle parti più vulnerabili della società. Ma è stato soprattutto un voto per un ritorno ai principi democratici e dello Stato di diritto, valori in continuo declino e calpestati dal regime di Erdogan da anni a questa parte. Da questo secondo punto di vista il risultato delle elezioni può essere considerato, così come è stato definito da gran parte dei media,” storico”, soprattutto in un momento in cui la democrazia è spesso sotto attacco in tanti Paesi.
Sul versante della politica estera, è difficile immaginare cambiamenti significativi di rotta, in quanto le posizioni fra gli schieramenti politici non sembrano divergere in modo sostanziale. Ad oggi, infatti, la lunga marcia del Paese per estendere la sua presenza sullo scacchiere internazionale e accrescere il suo peso geopolitico a 360 gradi, non sembra essere messa in discussione.
La Turchia ha segnato infatti la sua presenza nella guerra in Ucraina, senza interrompere rapporti contradditori, vista la sua appartenenza alla NATO, con la Federazione russa ; è impegnata a consolidare la sua presenza nei Balcani, in particolare in Albania e in Kosovo ed è attore rilevante nel Caucaso del Sud; si è ritagliata un ruolo preponderante in un Mar Mediterraneo sempre più instabile e non solo per ragioni di opportunità energetiche, stringendo accordi con la Libia e la Tunisia; ha tessuto relazioni in Medio Oriente in particolare con l’Arabia saudita e gli Emirati arabi uniti e ha firmato “la pace” con l’Egitto con l’obiettivo di penetrare nel Mar Rosso e perseguire la sua marcia verso l’Oceano Indiano; ha concluso accordi di cooperazione con la Somalia, Paese strategico che si affaccia sul Golfo di Aden e porta d’ingresso per l’Africa.
Una lunga marcia che non dovrebbe interrompersi e sulla quale pende tuttavia, oggi, un quesito significativo, vale a dire il ruolo che la Turchia vorrà e potrà avere nel conflitto fra Israele e Hamas, stretta da una parte dall’ avvicinamento, interrotto, ad Israele e, dall’altra, dall’esigenza di schierarsi accanto ai Palestinesi, aspetto alquanto sensibile per la popolazione turca. È un tema sul quale si concentrano le tante incognite sui futuri equilibri dell’intero Medio Oriente e oltre.

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