In seguito al terremoto che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria il 6 febbraio scorso, provocando migliaia di morti e miliardi di danni in entrambi i Paesi, l’Unione europea si è attivata per fornire il proprio supporto attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’UE e gli altri strumenti di assistenza umanitaria.
La Turchia ha immediatamente richiesto l’attivazione del Meccanismo: un immediato stanziamento da 3 milioni di euro è stato disposto per sostenere i soccorsi nel Paese. A ciò si aggiungono le 31 squadre di ricerca e soccorso e le 5 equipe mediche fornite da 20 Paesi UE e da Albania, Serbia e Montenegro, comprensive di oltre 1.500 soccorritori e 100 cani da ricerca. Germania, Lituania e Slovenia hanno inoltre fornito tende, coperte e stufe per i ricoveri provvisori allestiti per gli sfollati.
Anche la Siria ha richiesto l’attivazione del Meccanismo, due giorni dopo il sisma: è stato allo scopo disposto uno stanziamento da 3,5 milioni di euro volto a finanziare l’erogazione di assistenza umanitaria di base e a sostenere le operazioni di ricerca e soccorso. L’UE sta inoltre rafforzando la cooperazione con gli attori umanitari già presenti sul territorio.
Per facilitare il coordinamento della risposta umanitaria, inoltre, la presidenza svedese dell’UE ha attivato i dispositivi integrati dell’UE per la risposta politica alle crisi (IPCR), lo strumento di emergenza che prevede, in capo alla presidenza del Consiglio, l’attivazione di poteri di coordinamento attraverso la riunione di istituzioni UE, Paesi membri e altri eventuali attori coinvolti.
Attraverso i dispositivi, l’adozione di nuove misure di sostegno post-sisma sarà resa più semplice e rapida.
Per un’analisi sull’impatto geopolitico del terremoto, vi consigliamo “Quando il terremoto fa tremare la geopolitica” di Adriana Longoni.
Per approfondire: Terremoto in Turchia e Siria: la presidenza del Consiglio decide l’attivazione degli IPCR, Earthquake: EU mobilises further emergency help for Syria and Türkiye
