Sarkozy: maggioranza qualificata sul «pacchetto clima»

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Intervenendo nell’Aula dell’Europarlamento per illustrare le conclusioni del Consiglio europeo, il presidente di turno dell’UE Nicolas Sarkozy ha riaffermato la validità   degli obiettivi climatici, l’importanza del Patto per l’immigrazione e la necessità   di riformare le istituzioni europee.
Rispetto alla crisi finanziaria globale, Sarkozy ha sottolineato l’importanza della decisione adottata dal Consiglio europeo in merito a un «piano gigantesco di 1800 miliardi di euro». Oltre alla necessaria gestione della crisi, ha aggiunto il presidente di turno dell’UE, è perಠnecessaria «una rifondazione del capitalismo mondiale», perchà© quanto è successo è stato un «tradimento del capitalismo». Una crisi finanziaria strettamente collegata a una crisi economica che «stiamo vivendo» e per la quale serve una risposta univoca dell’Europa: «àˆ necessario che i diversi Stati membri si coordinino, concertino e si informino sulle misure che intendono prendere» ha detto il presidente francese, proponendo di riflettere sull’opportunità   di creare fondi sovrani in ogni Stato membro che agiscano di concerto per dare una risposta industriale alla crisi.
In merito al dibattito europeo in corso sulle misure da adottare per fronteggiare i cambiamenti climatici, il presidente di turno dell’UE ha osservato che «il mondo va verso una catastrofe se continua a produrre in questo modo», affermando quindi in modo deciso la necessità   di mantenere «l’obiettivo e il calendario» del cosiddetto «20-20-20» che non deve essere abbandonato a causa della crisi finanziaria. Una rinuncia, anzi, sarebbe «irresponsabile» perchà© limiterebbe la capacità   dell’UE di convincere i partner internazionali a collaborare verso gli obiettivi del post-Kyoto
«Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perchà© c’è la crisi economica» ha detto Sarkozy, ridimensionando di fatto la minaccia di veto al pacchetto «energia-clima» avanzata da Italia e Polonia con la precisazione che le nuove misure saranno approvate a dicembre come previsto con la procedura di “codecisione”, cioè sulla base di una maggioranza qualificata nel Consiglio europeo e di un compromesso con il Parlamento europeo. Dunque sarà   adottata la necessaria «flessibilità  » per non danneggiare eccessivamente «alcune economie che puntano al 95% sul carbone» (ad esempio la Polonia), ma è fuori discussione la possibilità   di bloccare tutto il pacchetto.
Se non sarà   trovato un accordo tra gli Stati membri, quindi, si prospetta la possibilità   di un’Europa «a due velocità  » sulle politiche ambientali contro l’effetto serra, cioè un gruppo di Paese virtuosi che procederà   comunque alle riduzioni delle emissioni e tra i quali potrebbe non esserci l’Italia.

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