Sanzioni penali contro l’impiego di immigrati illegali

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Le sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi soggiornanti illegalmente nell’UE dovranno essere pecuniarie (inclusi i costi dell’eventuale rimpatrio), amministrative (tipo il ritiro della licenza d’esercizio) e penali nei casi più gravi.
Questo il contenuto del maxi-emendamento di compromesso negoziato dal Parlamento europeo con il Consiglio in merito alla proposta di direttiva presentata nel 2007 dalla Commissione, che vieta l’assunzione di cittadini non comunitari soggiornanti illegalmente e, a tal fine, stabilisce norme minime comuni relative a sanzioni applicabili ai datori di lavoro che violano tale divieto. La direttiva intende completare i testi legislativi europei sul rimpatrio e sulla Carta blu.
Gli Stati membri dovranno garantire che la violazione intenzionale del divieto di assumere immigrati illegali «costituisca reato», se prosegue o è costantemente reiterata, se riguarda un numero significativo di extracomunitari in posizione irregolare, se è accompagnata da situazioni di particolare sfruttamento, se è commessa da un datore di lavoro consapevole di impiegare una vittima della tratta di esseri umani, se riguarda l’impiego di un minore. I responsabili, anche persone giuridiche, dovranno essere punibili con sanzioni penali «effettive, proporzionate e dissuasive».
Gli Stati membri dovranno inoltre garantire ai cittadini di Paesi terzi impiegati illegalmente di presentare denuncia contro i loro datori di lavoro, sia direttamente sia attraverso parti terze quali sindacati o altre associazioni o un’autorità   competente. Dovranno poi essere effettuate ispezioni «efficaci e adeguate», identificando periodicamente i settori di attività   in cui si concentra l’impiego di lavoratori non comunitari soggiornanti illegalmente.
Ogni anno, entro il 1° luglio, gli Stati membri dovranno notificare alla Commissione il numero di ispezioni effettuate e riferirne i risultati, mentre ogni tre anni la Commissione dovrà   presentare al Parlamento e al Consiglio una relazione contenente proposte di modifica delle disposizioni relative a ispezioni, sanzioni e agevolazione delle denunce.

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