Rinviati gli aiuti alla Grecia

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A queste conclusioni è giunta la riunione dell’Eurogruppo svoltasi a Lussemburgo.
Prima di incassare la quinta tranche le neo-insediate autorità   Greche, e in primis il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, dovranno dimostrare un serio impegno sulla strada delle riforme, del consolidamento fiscale e delle privatizzazioni.
Il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha annunciato una riunione straordinaria per il 3 luglio prossimo: sarà   quella la sede in cui verranno assunte le decisioni del caso, dopo avere valutato l’effettiva implementazione degli impegni assunti da parte di Atene.
La decisione sul rinvio degli aiuti, che ha spiazzato i mercati e le borse europee, è stata determinata da una parte dalla necessità   di tenere alta la pressione sulla Grecia e dall’altra di superare le divisioni tra i ministri della zona euro.
Accordo tra gli stessi ministri se è invece registrato in merito al coinvolgimento del settore privato nel prossimo pacchetto di aiuti, attraverso rinnovi obbligazionari «volontari e informali» il cui ammontare non è ancora stato definito, proprio per non limitare la volontarietà   dell’operazione.
La riunione dell’Eurogruppo è stata anche l’occasione per la presentazione del Rapporto annuale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sullo stato della zona euro: «senza un’azione decisiva, le tensioni potrebbero allargarsi al centro dell’area e provocare importanti conseguenze a livello globale», ha dichiarato il vicedirettore di FMI John Lipsky, evitando di entrare nel merito della situazione ellenica.
Mentre continuano le discussioni sulla situazione greca e le pressioni al governo uscito vincente dalle recenti elezioni politiche, i ministri dell’Eurogruppo hanno anche iniziato a progettare il futuro raddoppiando l’ European Financial Stability Facility (440 miliardi di euro) e definendo l’accordo che porterà   alla nascita del Meccanismo Europeo di Stabilità   (ESM) con una dotazione di 700 miliardi di euro e con il compito di comprare bond dei Paesi in difficoltà   per assicurare la stabilità   finanziaria del Vecchio Continente.

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