Rapporto sull’Educazione alla cittadinanza a scuola in Europa

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E’ stato pubblicato da Eurydice, la rete della Commissione europea che si occupa di analizzare come sono organizzati i differenti sistemi educativi europei il rapporto Citizenship Education at School in Europe 2017, uno studio qualitativo sullo stato dell’insegnamento dell’Educazione civica in Europa.

L’insegnamento di buone pratiche di cittadinanza per promuovere il dialogo e la democrazia e rafforzare la coesione sociale è sempre più indispensabile in questa società minacciata da populismi e crescenti differenze sociali.

Nel 2010 è stata adottata da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea la Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani, numerose le iniziative promosse dalla Commissione europea in questi anni in particolare modo con la scuola che ricopre un ruolo chiave per la promozione di questi valori fondamentali.

L’analisi che è stata condotta nei 28 Stati Membri e in alcuni altri paesi europei (Bosnia-Erzegovina, Islanda, Liechtenstein, Repubblica di Macedonia, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia), ha analizzato 42 sistemi di istruzione ed è articolata su quattro aree tematiche: come sono organizzati i curricula e quali sono i contenuti, quali sono i metodi di insegnamento e di partecipazione attiva promossi dai vari paesi, quali sono le metodologie di valutazione degli gli istituti e degli studenti, come vengono formati gli insegnanti e quali sono gli strumenti di supporto disponibili.

Dal rapporto emerge che sono diverse le azioni intraprese a livello nazionale: in alcuni stati sono aumentate le ore di educazione civica, in altri si è investito in nuovi strumenti nella formazione per la classe insegnante. In alcuni sistemi di istruzione mancano ancora delle norme chiare e centralizzare per indirizzare gli insegnanti.

Per ogni Paese e sistema educativo sono disponibili numerosi link attraverso i quali è possibile approfondire le varie strategie nazionali relative all’educazione alla cittadinanza.

Infine vengono presentati quattro casi di studio in Belgio, Estonia, Francia e Austria.

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