La Commissione Europea ha proposto una serie di interventi a vari livelli per migliorare il funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare nell’UE, nella convinzione che migliori relazioni commerciali tra gli operatori della catena porterà benefici agli stessi operatori e ai consumatori.
Il recente drastico calo dei prezzi delle materie prime agricole unitamente alla persistenza di prezzi elevati dei generi alimentari solleva infatti molti interrogativi quanto all’efficienza di questo settore, dal momento che esiste spesso una notevole discrepanza tra i prezzi ottenuti dagli agricoltori e quelli pagati dai consumatori negli esercizi commerciali. In cooperazione con le autorità nazionali la Commissione intende dunque aumentare il proprio impegno affinchà© la catena di approvvigionamento funzioni in modo più efficace.
Va ricordato che la catena di approvvigionamento alimentare comprende importanti settori quali l’agricoltura, l’industria della trasformazione alimentare e la distribuzione, che rappresentano circa il 7% dell’occupazione nell’UE e che hanno un impatto diretto su tutti i cittadini, in quanto la spesa alimentare incide in media per il 16% sui bilanci delle famiglie. «Un funzionamento efficiente della catena di approvvigionamento alimentare è quindi essenziale per assicurare prodotti di qualità , sicuri e a prezzi abbordabili» sottolinea la Commissione Europea.
Vari gli interventi proposti dall’esecutivo europeo, tra questi: la cooperazione con gli Stati membri per meglio individuare le pratiche contrattuali scorrette derivanti da asimmetrie nel potere contrattuale, rendere maggiormente consapevoli del problema gli operatori del settore e facilitare la notifica di possibili abusi; il monitoraggio degli aspetti relativi alla concorrenza all’interno della catena, controllo dei prezzi dei generi alimentari e miglioramento della trasparenza; la supervisione del mercato dei derivati delle materie prime agricole, al fine di ridurre la volatilità e la speculazione; favorire l ‘integrazione del mercato interno dei generi alimentari e la competitività di tutti i settori; norme ambientali e di regimi di etichettatura dell’origine, che possono creare ostacoli agli scambi transfrontalieri; prendere in esame le modalità per migliorare il potere contrattuale degli agricoltori, nel rispetto delle regole di concorrenza e avendo come quadro di riferimento la politica di sviluppo rurale o, in un contesto più ampio, la PAC post 2013.