I dati sulle difficoltà abitative sono fondamentali perché riescono, con buona approssimazione, a mostrare le condizioni e la qualità della vita delle persone in Europa, consentendo ai decisori politici di identificare e di aiutare i gruppi vulnerabili della popolazione.
Per questo motivo, i dati raccolti dall’ultimo sondaggio Eurostat sono di vitale importanza e in alcuni casi, ad esempio quelli riguardanti la popolazione giovanile, possono fungere da campanello d’allarme. In primo luogo, nel 2023, il 4,9% (con scarso marginale di genere) delle persone nell’UE di età pari o superiore a 16 anni ha dichiarato di aver avuto difficoltà abitative nel corso della propria vita e, in particolare, le persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono state maggiormente colpite (8,5%) rispetto a coloro che non sono a rischio (3,9%). Oltre a ciò, tra coloro che sono a rischio di povertà, il 9,0% degli uomini ha dichiarato di aver avuto difficoltà abitative, rispetto all’8,1% delle donne. I tassi più elevati di difficoltà abitative sono stati osservati a Cipro (11,2%), Finlandia (10,8%) e Danimarca (9,4%), mentre i più bassi sono stati registrati in Ungheria, Polonia (entrambi 0,8%) e Italia (1,2%).
Secondo il sondaggio, le questioni relazionali o familiari sono principalmente alla base delle difficoltà abitative nell’UE (30,0%), seguite da motivi finanziari (25,9%), dalla perdita del lavoro o dall’incapacità di trovarne uno (7,3%) e dalla fine di un contratto di affitto (5,2%). Inoltre, nel 2023, il 13,0% della popolazione dell’UE di età pari o superiore a 16 anni ha segnalato difficoltà di affitto negli ultimi 12 mesi, con le famiglie con figli a carico maggiormente colpite (18,1%) rispetto alle famiglie senza figli (10,2%). Per rimediare a queste difficoltà, il 26,5% delle persone ha riferito di aver trovato un lavoro, il 20,4% di essersi trasferito in alloggi privati sociali o sovvenzionati, mentre il 14,1% grazie a motivi relazionali o familiari.
Per quanto riguarda le differenze generazionali, i giovani di età compresa tra 16 e 29 anni e quelli di età compresa tra i 30 e i 54 hanno segnalato i tassi più elevati (rispettivamente 14,8% e 14,7%), mentre i tassi sono scesi al 12,8% per coloro tra i 55 e i 64 anni e ulteriormente al 6,7% per le persone di età pari o superiore a 65 anni; lo stesso schema è stato osservato tra coloro che non sono a rischio di povertà o esclusione sociale. Tuttavia, tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, le difficoltà di affitto erano notevolmente più elevate, con un picco del 27,7% per le persone di età compresa tra 30 e 54 anni e con alti tassi anche tra le persone di età compresa tra 55 e 64 anni (24,0%) e tra 16 e 29 anni (22,1%), con un calo al 12,9% per coloro di età pari o superiore a 65 anni.
Per maggiori informazioni: il comunicato di Eurostat