Preoccupa il divieto ai minareti sancito dalla Svizzera

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La decisione di vietare la costruzione di nuovi minareti in Svizzera, «pur essendo l’espressione della volontà   popolare, preoccupa profondamente» il Consiglio d’Europa, mentre la Commissione Europea sottolinea la necessità   di «rispettare il più possibile la libertà   di religione» e l’ONU ammonisce sui rischi della discriminazione.
Sono alcune reazioni delle istituzioni e degli organismi internazionali all’esito del referendum svoltosi in Svizzera che, smentendo i sondaggi della vigilia, ha sancito con una chiara maggioranza (57,2%) il divieto assoluto di costruire nuovi minareti nel Paese.
Promosso dalla destra nazional-conservatrice svizzera contro quella che i promotori hanno definito «l’islamizzazione della Svizzera», l’esito del referendum non colpisce nà© le moschee nà© i quattro minareti già   esistenti nel Paese, ma modifica la Costituzione svizzera alla quale aggiunge un capoverso che recita: «L’edificazione di minareti è vietata». Una frase breve e chiara, il cui impatto è ancora difficile da misurare ma che rischia di danneggiare l’immagine del Paese multiculturale, multireligioso e neutrale, soprattutto nei confronti del mondo islamico (la comunità   islamica svizzera è costituita da quasi 400.000 persone).
«Tale presa di posizione, se da un lato esprime i timori della popolazione svizzera, e di tutta la popolazione europea, nei confronti del fondamentalismo islamico, dall’altro lato, tuttavia, lungi dal permettere di affrontare le cause dell’integralismo, rischia di alimentare sentimenti di esclusione e di approfondire le fratture esistenti all’interno delle nostre società  » ha commentato il presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Lluà ­s Maria de Puig, sottolineando che il risultato di questo referendum «è in contrasto con i valori di tolleranza, dialogo e rispetto delle credenze altrui, che il Consiglio d’Europa e la sua Assemblea parlamentare hanno da sempre sostenuto». Il Consiglio d’Europa e la sua Assemblea parlamentare, ha aggiunto de Puig, «sono pronti ad assistere gli Stati membri nell’affrontare le sfide poste dalla diversità   nelle società   europee, promuovendo la tolleranza e il dialogo interculturale, anche nella sua dimensione religiosa».
La ministra svizzera della Giustizia, Evelyne Widmer Schlumpf, ha immediatamente dichiarato: «Spiegherಠall’UE che questo voto non è contro la religione islamica, ma contro i minareti come edifici», spiegazione che perಠnon diminuisce le preoccupazioni europee per le minacce alla libertà   religiosa. «La Commissione Europea non puಠintervenire nà© commentare la decisione di un Paese terzo, ma in generale ritiene che lo Stato sovrano debba rispettare il più possibile la libertà   di religione» ha osservato il portavoce del commissario europeo responsabile per Libertà  , Sicurezza e Giustizia, Jaques Barrot. L’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani ha invece espresso preoccupazione «per l’iniziativa che mira a vietare la costruzione di minareti e per la campagna discriminatoria di manifesti che l’accompagna». I principali quotidiani svizzeri, poi, accusano il governo e il Parlamento di non essersi assunti la responsabilità   necessaria per evitare un simile esito, «ispirato dalla paura, dai fantasmi e dall’ignoranza» secondo il quotidiano «Le Temps».

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